ASSOLO – Associazione per l’Assistenza ai Disturbi Specifici dell’Apprendimento – Bisogni Educativi Speciali

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DESCRIZIONE

Le Finalità dell’associazione sono:

  • promuove attività quali DOPOSCUOLA per bambini e ragazzi, corsi di informatica specifici per DSA, corsi di lingua straniera a vari livelli, incontri di sostegno e consulenza per le famiglie;
  • favorisce attività socio-culturali quali opportunità di riflessione e confronto e favorisce momenti di aggregazione e socializzazione sia fra genitori, sia fra ragazzi con DSA;
  • offre attività di cooperazione e sostegno alle famiglie nel relazionarsi con le problematiche inerenti i DSA;
  • promuove iniziative rispondenti alle esigenza dell’utenza (raccogliendo suggerimenti provenienti sia dalle famiglie che dagli specialisti)
  • organizza corsi di formazione per insegnanti.

L’associazione potrà dare la sua collaborazione ad altri enti per lo sviluppo di iniziative che si inquadrino nei suoi fini.

ASSOLO si avvale oltre che di personale volontario anche di personale qualificato (insegnanti sensibili e formati relativamente ai Disturbi Specifici dell’Apprendimento, psicologi e neuropsicologi, logopedisti, neuropsichiatri….).

SEDE e DATI FISCALI
Viale Caduti, 18 – 25040 Berzo Inferiore (BS)
c.f.:03484630987

CONTATTI
Tel. 347.3591197
Indirizzo di posta elettronica: salutementale@sociale.voli.bs.it 
Sito internet: www.assolodsavallecamonica.it

 

Ultimo aggiornamento: 08/10/2015

DAL 16 APRILE E’ ATTIVO IL NUOVO CENTRO DI SALUTE MENTALE A ESINE

Dopo oltre 6 anni dall’avvio dell’iter per il reperimento delle risorse economiche necessarie per la realizzazione dell’opera, con l’arrivo della Santa Pasqua 2014 è finalmente arrivata anche l’apertura del nuovo centro di salute mentale presso l’ospedale di Esine.

Come concordato con il Direttore generale dell’ASL camuna in un recente incontro svoltosi a Esine, la settimana prima di Pasqua, l’inaugurazione ufficiale sarà effettuata o prima dell’estate oppure appena dopo, quando tutti i servizi offerti dalla nuova struttura sanitaria saranno attivi.

In anteprima si pubblicano alcune fotografie dell’esterno e dell’interno della struttura che, lo ricordiamo, ospita i servizi del CPS, del CRA e della neuropsichiatria infantile.

In attesa della realizzazione della nuova strada comunale che passa nella parte retrostante l’ospedale di Esine, l’accesso alla struttura, dotata di ampio parcheggio, è raggiungibile imboccando il passaggio posto a sinistra della portineria dell’ospedale e percorrendo la strada che conduce ai parcheggi del personale dipendente, sino appunto alla nuova palazzina.

Si evidenzia che con il budget residuale della realizzazione della struttura si stà cercando di ottenere la conferma della realizzazione di una sala polifunzionale, funzionale alla nuova struttura, nello spiazzo ivi adiacente.

Siamo certi che la pubblicazione di questa notizia sarebbe fonte di grande gioia per il compianto Presidente dell’Alleanza Alberto Bonazzi, che negli anni scorsi e sino alla sua scomparsa ha sempre perorato l’importanza della realizzazione e dell’apertura della nuova infrastruttura. Un grande grazie ad Alberto Bonazzi.

SALUTE MENTALE IN LOMBARDIA: E’ TEMPO DI CAMBIARE!

La Campagna per la Salute Mentale lancia una mobilitazione per “un grande cambiamento”. La lettera appello del presidente Don Colmegna e le proposte concrete.

CampagnaSaluteMentaleLe proposte della Campagna per la Salute Mentale.

Nel 2013, dopo una analisi approfondita sullo stato dei Servizi psichiatrici in Lombardia, la Campagna Salute Mentale, associazione che comprende enti di Famigliari, Terzo settore, Organizzazioni Sindacali, elaborò un documento dal titolo “Non c’è salute senza salute mentale”. Presentato ai candidati alle elezioni regionali del 2013 è stato, dopo le elezioni, oggetto di iniziative pubbliche e incontri con gli Assessori alla Sanità e alla Famiglia, con la Commissione Sanità del Consiglio Regionale per un confronto sui temi in esso richiamati.

L’analisi delle Regole 2014, DGR n. 1185, avente per oggetto “Determinazione in ordine alla gestione del Servizio socio sanitario regionale per l ‘esercizio 2014”, sembra recepire alcuni contenuti del nostro documento 2013, tra cui:

– il passaggio, nel sistema di remunerazione della presa in cura, dal pagamento per prestazioni (degli operatori) alla tariffa di responsabilità per il Progetto Terapeutico Individuale (PTI) condiviso dalla persona, (budget di salute per ciascun progetto);

– la collaborazione dei Centri Psico Sociali (CPS) con i SERT, con i Servizi Disabili, con la Neuropsichiatria Infantile e con i Servizi Sociali Comunali;

– la riconversione della spesa dai costosi ricoveri verso forme di Residenzialità Leggera e/o modelli innovativi di integrazione socio sanitaria.

NELLA DELIBERA 1185 NON VENGONO PERO’ EVIDENZIATE CRITICITA’ OGGI PRESENTI E CHE CONDIZIONANO PESANTEMENTE UNA CORRETTA PRASSI DI PROMOZIONE E DI TUTELA DELLA SALUTE MENTALE

I punti su cui richiediamo risposte urgenti sono:

1- Prevenzione: promuovere attività di prevenzione primaria e potenziare la neuropsichiatria infantile con l’accompagnamento di percorsi formativi e di sensibilizzazione.

2- Potenziamento organici nei Centri Psico Sociali ed estensione orari di apertura: potenziare gli organici per estendere gli orari d’apertura giomaliera almeno fino alle ore 20 e il sabato mattino. Condizione indispensabile, questa, per garantire le visite tempestive nel Servizio o al domicilio, per evitare l’eccessivo ricorso ai Trattamenti Sanitari Obbligatori (TSO) e alle contenzioni nei Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura (SPDC). Per creare le condizioni per accogliere le persone dimissibili dagli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (OPG) e dal Carcere favorendone l’integrazione sociale. Per rimodulare il progetto regionale per il superamento degli OPG.

3- Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura: il superamento delle carenze di personale va necessariamente accompagnato da una riorganizzazione del Servizio e dall’avvio di una formazione per gli operatori alla pratica del “no restraint” limitando il ricorso alla contenzione. La presenza degli ESP, Esperti in Supporto tra Pari, è in questo senso preziosa.

4- Casi complessi tra sanitario e socio assistenziale: la presa in carico multidisciplinare deve consentire, anche in deroga alla normale gestione, l’avvio di sperimentazioni con progetti individuali “ad hoc” che tengano conto dei bisogni complessi della persona;

5- Progetti Innovativi Regionali (PIR): estendere a livello regionale delle buone pratiche di accompagnamento e inclusione sociale attuando “modelli innovativi a forte integrazione socio sanitaria” (psichiatria di comunità) in collaborazione con le Associazioni e la rete sociale, allo scopo di diminuire le recidive e i gravosi invii in Residenze protette.

6- Utenti e Familiari: dare loro sostegno e integrare il loro contributo esperienziale degli utenti e dei familiari in attuazione del principio di sussidiarietà, anche all’intemo di altri Servizi psichiatrici;

7- Riabilitazione:

Centri Diurni: promuovere il loro utilizzo quali luoghi non solo assistenziali ma anche di attività e iniziative di ri-abilitazione e re-inclusione sociale, in assonanza ai desideri e attitudini degli interessati e alle opportunità offerte dal territorio, anche in ambito lavoro;

Housing sociale: promuovere Residenzialità Leggere ad altre forme di abitare condiviso; sostegno ai progetti orientati all’inclusione sociale, attraverso forme di partnership/collaborazione con le Associazioni.

Si ritiene necessario che le attività di ricovero ospedaliero e le attività residenziali ad alta protezione non possono in nessun caso superare in totale il 50% del bilancio del Dipartimento;

Inserimento Lavorativo: le persone con disagio psichico rappresentano l’anello debole nell’inserimento lavorativo, anche a causa del ricorso esclusivo all’assunzione nominativa che penalizza i portatori di disabilità psichica. La questione riveste particolare importanza anche alla luce della sentenza di condanna dell’Italia da parte della Corte di Giustizia Europea, che, stabilisce che il nostro Paese non ha applicato in modo completo i principi europei in materia di diritto al lavoro per le persone con disabilità.

Occorre, inoltre, creare sinergie tra i Centri Psico-Sociali, le Unità Operative Inserimento Lavorativo (SIL/NIL … ) e il mondo del lavoro per facilitare l’incontro tra l’offerta di lavoro e il futuro lavoratore, favorendone l’integrazione professionale e il necessario accompagnamento.

8- Anziani: va rivista la decisione assunta dalla Regione Lombardia di far uscire dal circuito dei Servizi di Salute Mentale le persone al di sopra dei 65 anni. Il loro inserimento nelle RSA comporta il passaggio dal sistema sanitario a quello sociale con pesanti ripercussioni sulle loro condizioni di salute e gravi ricadute economiche sulle famiglie.

9- Formazione: aggiornamento e formazione continua degli operatori e accompagnamento dei famigliari alla fruizione ottimale dei voucher.

LA SCADENZA DEL PIANO REGIONALE PER LA SALUTE MENTALE E I NUOVI INDIRIZZI DELINEATI DALLE “REGOLE 2014” RENDONO URGENTE L’ELABORAZIONE DI UN NUOVO PIANO REGIONALE SULLA SALUTE MENTALE CHE CONTEMPLI IL CONTRIBUTO DI TUTTI I SOGGETTI COINVOLTI SUL TEMA DELLA SOFFERENZA MENTALE.

SU TUTTO QUESTO INTENDIAMO, COLLABORANDO CON LE REALTA’ SOCIALI E RENDENDO PROTAGONISTI I CITTADINI LOMBARDI, PROMUOVERE INIZIATIVE PUBBLICHE AL FINE DI

RICHIAMARNE L’ATTENZIONE, PER GARANTIRE IL MIGLIORAMENTO DEI SERVIZI E IL PIENO DIRITTO DI CITTADINANZA ALLE PERSONE CHE VIVONO UNA CONDIZIONE DI SOFFERENZA PSICHICA… PERCHÉ NON C’E’ SALUTE SENZA SALUTE MENTALE!

Milano, 25 marzo 2014

CAMPAGNA PER LA SALUTE MENTALE

Clicca quì per il blog: colmegna.blogautore.repubblica.it
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AGGIORNATA LA COMPOSIZIONE DELL’OCSM DI VALLECAMONICA

Con il decreto del Direttore Generale n. 430 del 05.06.2013 la A.S.L. di Vallecamonica ha aggiornato la composizione del locale OCSM – Organismo di coordinamento per la salute mentale e dell’OCSM della NPIA (neuropsichiatria infantile) nella seguente maniera:


COMPOSIZIONE DELL’OCSM – ORGANISMO DI COORDINAMENTO PER LA SALUTE MENTALE

– Direttore Sanitario Aziendale: Dr Fabio Besozzi Valentini, con funzioni di Presidente;
– Direttore Sociale Aziendale: Dr Vanni Ligasacchi;
– Direttore Dipartimento di Salute Mentale: Dr Vincenzo Zindato;
– Direttore Dipartimento Cure Primarie: Dr.ssa lvanna Lascioli;
– Rappresentante Struttura privata accreditata: Dr Sergio Vergallito;
– Rappresentante Associazioni di tutela dei malati, dei familiari: Dr Andrea Ronchi;
– Rappresentante Terzo settore: Sig.ra Daniela Spaetti;
– Rappresentante Conferenza dei Sindaci: Sig. Clemente Facchini;
– Rappresentante MMG: Dr.ssa Paola Massussi;
– Rappresentante Ufficio di Piano – Azienda Territoriale per i Servizi alla Persona: Dr Gianpiero Mascarino.


COMPOSIZIONE DELL’OCSM NPIA – ORGANISMO DI COORDINAMENTO PER LA SALUTE MENTALE della Neuropsichiatria infantile

– Direttore Sanitario Aziendale: Dr Fabio Besozzi Valentini, con funzioni di Presidente;
– Direttore Sociale Aziendale: Dr Vanni Ligasacchi;
– Direttore Dipartimento di Salute Mentale: Dr Vincenzo Zindato;
– Responsabile Servizio di NPIA: Dr Francesco Rinaldi;
– Rappresentante Erogatori privati: Dr.ssa Rossella Zanotti;
– Rappresentante Associazioni di tutela dei malati, dei familiari: Dr Ruggero Ferrè;
– Rappresentante Conferenza dei Sindaci: Sig. Clemente Facchini;
– Rappresentante PLS: Dr Ettore Tomagra;
– Rappresentante CTRH: Prof.ssa Paola Abondio;
– Rappresentante Ufficio di Piano – Azienda Territoriale per i Servizi alla Persona: Dr Gianpiero Mascarino.


Clicca qui per scaricare il file del decreto

PRESA IN CARICO CLINICA TERRITORIALE DI ADOLESCENTI CON PSICOPATOLOGIA GRAVE: INNOVATIVO PROGETTO REGIONALE DELLA NEUROPSICHIATRIA DELL’INFANZIA E DELL’ADOLESCENZA

L’età dell’adolescenza è una lunga fase di scoperta di sé, segnata da numerosi cambiamenti fisici e psicologici. Un vero e proprio percorso, durante il quale ci si trova ad affrontare problemi nuovi e diversi da quelli dell’infanzia, legati alla crescita fisica, all’identità corporea, alla definizione sessuale, ad una costruzione dell’identità personale. E’ in questo momento che ci si trova a dover scegliere cosa essere e diventare, in base ai propri valori, capacità e alle opportunità che vengono offerte. Non più bambini e non ancora adulti, gli adolescenti si ritrovano in sospeso tra un passato inattuale e un futuro appena abbozzato; è un delicato passaggio, durante il quale le ragazze e i ragazzi vengono sottoposti ad una serie di richieste ed aspettative sociali che possono, a volte, essere vissute come qualcosa di pesante ed eccessivamente responsabilizzante. In alcuni casi, tutto ciò può arrivare a compromettere il loro equilibrio psichico. Può accadere che, nella fase adolescenziale, si verifichino dei momenti di disagio che, se normalmente sono considerati come caratteristici di tale fase evolutiva, a volte possono invece rivelarsi segnali di un malessere più profondo, potendo rappresentare l’esordio di un disturbo psichico. Le possibili manifestazioni della psicopatologia coinvolgono tutti i contesti di vita dell’adolescente che sono in qualche modo interconnessi tra di loro e non si possono delimitare con precisione.

Proviamo comunque a suddividerle:
➢ in ambito personale:
– difficoltà a portare avanti gli impegni
– facile distraibilità e fatica a concentrarsi nello svolgimento di un’attività
– difficoltà a ricordare informazioni ed eventi
– stati d’animo non adeguati alla situazione vissuta
– irritabilità
– rallentamento dei movimenti e dei pensieri
– perdita del controllo dei propri istinti e impulsi
➢ a livello familiare:
– tendenza a rintanarsi entro le mura di casa dove potrebbero nascere e accentuarsi conflitti
– comportamenti aggressivi diretti alla propria persona, agli altri o agli oggetti
➢ a livello scolastico:
– perdita di interessi
– svogliatezza
– calo di attenzione e di concentrazione
– abbandono scolastico
➢ a livello sociale:
– abbandono lavorativo e ritiro sociale
– condizione di isolamento e solitudine.

Queste manifestazioni, se isolate o presenti in un solo ambito, possono rappresentare le difficoltà tipiche della fase adolescenziale. Se invece si associano contemporaneamente più problematiche e/o riguardano diversi contesti di vita delle ragazze e dei ragazzi, potrebbero essere indicatori di un disturbo più profondo. L’individuazione precoce dei sintomi iniziali e l’invio al servizio specialistico diventano indispensabili in un’ottica di prevenzione e promozione della salute in adolescenza. Pertanto il NPIA ha attivo da circa un anno un progetto di prevenzione e presa in carico clinico-territoriale per adolescenti con psicopatologia grave che vede coinvolte tutte le realtà sanitarie, sociali, educative, del terzo settore e del volontariato che, a vario titolo, vengono a contatto con adolescenti. Mettere in comune le singole esperienze ha portato tali realtà a riflettere sulla necessità di riportare l’intervento e il trattamento all’interno della comunità, uscendo dalla logica della presa in carico solo sanitaria all’interno degli ospedali o delle strutture terapeutico/riabilitative. Un ritorno alla comunità che collabora e partecipa al percorso di prevenzione e di guarigione in un’ottica di lavoro di rete con tutti i contesti di vita del ragazzo.

Nell’anno 2011 sono stati sono state realizzate le seguenti azioni:
• creazione di una équipe dedicata composta da Neuropsichiatra Infantile (Francesco Rinaldi), Psicologo (Anna Zamboni e Selena Salvetti) Educatrice professionale (Silvia Isonni) e Assistente Sociale (Paola Martinelli). Attraverso un approccio multiprofessionale il Servizio intende garantire agli adolescenti e ai loro familiari un percorso diagnostico e di presa in carico rapido e multidisciplinare;
• incontri di coprogettazione sui seguenti temi: cogliere e accogliere l’adolescente, continuità sanitaria, presa in carico da parte della rete territoriale. Questa modalità di lavoro ha permesso alle varie realtà di conoscersi, di condividere un linguaggio e degli obiettivi comuni;
• elaborazione opuscolo informativo da distribuire nelle scuole, negli ambulatori dei Medici e dei Pediatri, negli enti locali, negli oratori, nei Centri di Aggregazione giovanile, nelle scuole superiori. Tale opuscolo è strumento di conoscenza del problema ed invito a contattare i Servizi anche solo per capire se quello che sta succedendo fa parte della crescita o è campanello di allarme di un malessere più profondo;
• elaborazione protocollo segnalazione scuola-NPIA: che ha permesso agli insegnanti, agli operatori della NPIA e ai rappresentanti dei genitori di condividere le modalità e gli strumenti per inviare il più precocemente possibile un adolescente che evidenzi dei comportamenti sopra descritti, in un’ottica di stretta collaborazione;
• elaborazione modello Piano Educativo Personalizzato che ha permesso agli insegnanti, ai genitori e ai ragazzi stessi di avere a disposizione uno strumento che permetta di individuare obiettivi personalizzati nel percorso scolastico;
• elaborazione protocollo per collaborazione con il Centro Psico Sociale (CPS), con il Dipartimento ASSI e con il Serd per garantire continuità e condivisione quando le famiglie e gli adolescenti hanno a che fare con i Servizi Socio-Sanitari.

Nell’anno 2012 sono previste le seguenti azioni:
• serate informative per genitori e insegnanti. Serate per informare, creare cultura contro lo stigma della malattia mentale, condividere esperienze dove i genitori e gli insegnanti diventano attori, relatori, parte attiva degli incontri stessi. Nell’ottica di coprogettazione, trasversale a tutto il progetto, anche questi momenti saranno organizzati con la partecipazione di scuola, associazione di genitori, operatori NPIA e CPS, Dipartimento ASSI, Serd, Azienda Territoriale per i Servizi Alla Persona, associazioni di volontariato, associazioni di familiari;
• corso di formazione per insegnanti. In base ai bisogni che emergeranno durante le serate informative sarà possibile organizzare più incontri di approfondimento;
• convegno informativo rivolto a operatori sanitari e del terzo settore. Il 19 maggio 2012 presso la sala convegni dell’Istituto Suore Santa Dorotea di Cemmo si è tenuto il convegno dal titolo “Clinica dei disturbi psicopatologici in età adolescenziale” che ha visto la partecipazione di Medici, Pediatri, psicologi, operatori sociali e del terzo settore. Relatore il Dr Gabriele Masi, professore presso l’università di Pisa, fra i maggiori esperti dei disturbi psichiatrici in età evolutiva. Il corso ha ottenuto un ottimo riscontro in termini di interesse e gradimento. La criticità unanime è stata l’eccessiva concentrazione della gran parte della psicopatologia pediatrica in un’unica giornata. Altro elemento, l’approccio esclusivamente clinico. Non aveva l’ambizione di essere esaustivo, ma di sensibilizzare gli operatori socio-sanitari alla complessità dell’argomento. Considerato sia l’interesse suscitato che le criticità riferite, si potrà ipotizzare nel futuro un progetto formativo su singoli disturbi che preveda una visione globale, clinico-territoriale con coinvolgimento attivo non solo del personale ASL ma anche della scuola, del Terzo Settore, e delle Associazioni di familiari;
• corso di formazione per operatori sanitari. Si stanno organizzando tre incontri di formazione rivolta agli operatori della NPIA, ai Medici di Medicina Generale e ai Pediatri di Famiglia. Crescere professionalmente insieme aiuta a creare dei linguaggi condivisi; un background comune che permette di lavorare in modo più efficace ed efficiente;
• coprogettazione per la realizzazione di interventi nel territorio. Convinti che i supporti all’interno dei Servizi rappresentino solo una parte della presa in carico di un adolescente con psicopatologia, tutte le realtà del territorio (scuola, azienda territoriale per i servizi alla persona, associazioni di volontariato, associazioni di genitori, terzo settore) si sono incontrate e hanno deciso di progettare in quest’area con l’obiettivo di elaborare nuovi strumenti che permettano a questi ragazzi e alle loro famiglie di trovare nel territorio un elemento di aiuto e non di ostacolo.

Siamo all’inizio di questo percorso impegnativo ma entusiasmante; grazie a tutti i compagni di viaggio e alle persone che a vario titolo stanno sostenendo questo progetto. Per avere maggiori informazioni è possibile contattare gli operatori della NPIA al numero telefonico 3665606699 tutti i martedì e i giovedì dalle 10.00 alle 13.00.

Paola Martinelli, Silvia Isonni, Anna Zamboni,

Francesco Rinaldi, Selena Salvetti, Federica Soardi

– Operatori NPIA


Articolo tratto dal periodico SANITA’ CAMUNA dell’A.S.L. di Vallecamonica n. 03/2012. Pagine 23,24 – autore Paola Martinelli, Silvia Isonni, Anna Zamboni, Francesco Rinaldi, Selena Salvetti, Federica Soardi – Operatori NPIA

Questo il sito al quale poter consultare tutti i numeri del periodico: www.aslvallecamonicasebino.it

IL DISTURBO DA DEFICIT D’ATTENZIONE E IPERATTIVITÀ

Il Disturbo da Deficit d’Attenzione ed Iperattività (ADHD, acronimo per l’inglese Attention Deficit and Hyperactivity Disorder), è caratterizzato da due gruppi di sintomi definibili come inattenzione ed impulsività/iperattività. L’incidenza è del 4% dei bambini in età scolare: i maschi sono colpiti in proporzione due o tre volte in più rispetto alle femmine.

L’ADHD è un disturbo che non deriva da erronei interventi educativi, ma da una condizione genetica, per la maggior parte dei casi su base ereditaria. I sintomi di tale disturbo si possono manifestare precocemente, prima dei 7 anni con continuità per un periodo di almeno 6 mesi. L’intensità e la frequenza di questi comportamenti devono causare una forte compromissione del funzionamento globale del bambino nei contesti di vita significativi (casa, scuola, contesti di socializzazione).

Il bambino con ADHD presenta difficoltà a mantenere l’attenzione su un compito, ad inibire risposte automatiche, a pianificare strategie per il raggiungimento di fini prefissati. A tale quadro spesso si associa una significativa instabilità motoria ed impulsività.

Le caratteristiche principali del bambino con ADHD sono:

• Fatica a dedicarsi ai giochi ed a terminarli
• Mentre fa qualcosa tende a guardarsi intorno
• Al minimo rumore si distrae
• Sembra non ascoltare quando gli si parla
• Si scoraggia facilmente
• Si arrampica dappertutto nei luoghi e nei momenti meno adatti
• Non riesce a stare seduto nelle attività che lo richiederebbero
• Si agita sulla sedia e muove in continuazione le mani
• Cambia gioco frequentemente
• Spesso in movimento
• Fa fatica a rispettare i turni
• Quando gioca con i compagni non rispetta le regole e vuole fare a modo suo
• Risponde in fretta senza aspettare che la domanda sia completata
• Gli stimoli neutri per gli altri diventano rilevanti e catturano la sua attenzione.

Inoltre il bambino con ADHD presenta difficoltà a regolare:

• concentrazione ed attenzione
• funzioni esecutive
• impulsività
• motivazione e fiducia nello sforzo
• gestione delle emozioni
• pianificazione e soluzione dei problemi
• autostima
• comportamento sociale
• comportamento motorio.

L’incapacità a rimanere attenti e a controllare gli impulsi fa sì che i bambini con ADHD abbiano una minor resa scolastica e sviluppino una maggior difficoltà ad esprimere le proprie abilità cognitive. A ciò si associa una scarsa consapevolezza delle proprie risorse ed un abbassamento del senso di autoefficacia e dell’autostima. Questo determina una significativa interferenza nella qualità delle relazioni tra questi bambini e il mondo che li circonda. I bambini con ADHD con i loro comportamenti mancano del “savoir faire sociale” che consente di cogliere stimoli sociali, modulare le relazioni interpersonali, ricevere gratificazioni ed integrarsi con i coetanei; tutto ciò causa al bambino un senso di inadeguatezza e una ridotta tolleranza alle frustrazioni. Di fronte a questo quadro complesso e variegato, genitori ed insegnanti si trovano spesso disorientati, non riescono a capire il motivo della manifestazione di certi comportamenti e tentano inutilmente varie strategie alternando momenti di frustrazione, rabbia e di impotenza. Il difficoltoso rapporto con gli altri, le problematiche scolastiche, i continui rimproveri da parte delle figure adulte, il senso di inadeguatezza fanno sì che si sviluppi nel bambino una forte demotivazione o ansia, che comportano significative conseguenze funzionali. Con la crescita le componenti iperattive tendono a diminuire di frequenza e di intensità e possono venire parzialmente sostituite da una agitazione interiorizzata, che si manifesta soprattutto con insofferenza, impazienza e continui cambi di attività.

L’ADHD e i comportamenti associati della famiglia e della scuola

E’ particolarmente difficile essere genitore di un bambino con diagnosi di ADHD, in quanto fatica ad ascoltare, a seguire le regole e ad organizzare i propri spazi. I genitori spesso si sentono demotivati ed impotenti rispetto ai loro metodi educativi. La collaborazione genitore-figlio può essere un valido mezzo a disposizione dell’adulto per migliorare il clima famigliare e rinforzare positivamente il bambino facendolo sentire competente.Molti bambini con ADHD vivono nel contesto scolastico forti situazioni di disagio che minano la loro già fragile autostima; allo stesso tempo il genitore percepisce l’insuccesso scolastico del figlio come fallimento del proprio ruolo educativo scatenando dinamiche di scontro tra i due contesti di vita fondamentali del bambino. L’ambiente scolastico risulta essere un importante mediatore che deve aiutare il bambino ad utilizzare meglio le proprie potenzialità cognitive ponendo attenzione a non attuare modalità colpevolizzanti e ruolizzanti. Devono essere rispettati i suoi tempi di attenzione ed il suo bisogno di movimento. Risulta fondamentale accogliere il disturbo e stipulare un “contratto” tra insegnanti, bambino e famiglia al fine di favorire lo sviluppo di strategie che aiutino il bambino a viversi in modo sereno. Il Servizo di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza ha posto particolare attenzione rispetto al Disturbo attivando percorsi specifici con le scuole (Teacher Training) e con le famiglie (Parent Training). Nel 2008 è stato attivato un percorso informativo in tutti gli Istituti Comprensivi della Valle Camonica al fine di favorire una maggiore sensibilizzazione rispetto a tali problematiche. Nel 2009, Regione Lombardia ha approvato il progetto di Interventi di presa in carico e di prevenzione secondaria nei disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) e nel disturbo da deficit di attenzione con iperattività (ADHD), il cui obiettivo era quello di creare una rete di comunicazione tra le varie scuole e il Servizio specialistico coinvolto nella presa in carico dei bambini e delle loro famiglie con diagnosi di ADHD. Dal 2010 il Servizo di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, facendo parte dei 18 centri di riferimento per il trattamento dell’ADHD in Lombardia, aderisce al progetto “Lavorare insieme nell’Adhd: esperienze dei centri di riferimento della Lombardia”. Ciò al fine di unificare percorsi di formazione interni ed esterni ai vari centri, pianificare percorsi diagnostici unificati e lavorare sui percorsi terapeutici di presa in carico del bambino e della famiglia.

Dr.sse Federica Serioli e Marzia Morandini

Psicologhe del Servizio Npia

Articolo tratto dal periodico SANITA’ CAMUNA dell’A.S.L. di Vallecamonica n. 02/2011
Pagine 11,12 – autore
Dr.sse Federica Serioli e Marzia Morandini

Questo il sito al quale poter consultare tutti i numeri del periodico: www.aslvallecamonicasebino.it

DSA IL DISTURBO SPECIFICO DELL’APPRENDIMENTO NELLA REALTÀ DELLA VALLECAMONICA

Negli ultimi anni, vi è stato un aumento di richieste di consultazione per bambini con difficoltà d’apprendimento, d’attenzione e di comportamento presso i Servizi di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (NPIA) nazionali.

Il Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA) rientra tra i disordini di natura neuropsicologica e comprende la mancata acquisizione ed automatizzazione delle strumentalità della lettura (dislessia), scrittura (disortografia) e del calcolo (discalculia), con capacità cognitive adeguate e in assenza di patologie neurologiche e deficit sensoriali.

Questo fenomeno ha raggiunto una diffusione tale da sensibilizzare le autorità, che dopo la promulgazione di alcune leggi, sono giunte alla stesura di una Legge Nazionale, la 170 del 2010.

Le finalità ultime di tale Legge sono quelle di garantire il diritto all’istruzione e favorire il successo scolastico, utilizzando misure didattiche di supporto quali gli strumenti compensativi e dispensativi. Ciò, al fine di ridurre disagi relazionali ed emozionali (art.2). Tra i vari articoli, si trovano le direttive rispetto alla diagnosi (art.3), alla formazione nella scuola (art.4), alle misure educative e didattiche di supporto (art.5). Da sottolineare le misure di tutela per i familiari di primo grado degli studenti con DSA, che prevedono la possibilità di usufruire di orari di lavoro flessibili, per assistere i figli nelle attività scolastiche (art.6).

La realtà locale rispecchia parzialmente le statistiche italiane, che indicano la presenza di bambini con DSA nel 4% della popolazione scolastica.

Il Servizio di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza dell’ASL di Vallecamonica-Sebino, dal settembre 2009, ha al suo attivo il Progetto triennale, finanziato dalla Regione, di “Interventi di presa in carico e di prevenzione secondaria nei Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) e nel Disturbo da Deficit dell’Attenzione ed Iperattività (ADHD)”.

Gli obiettivi principali riguardano una campagna informativa nelle scuole, un percorso di supporto per i genitori e la nascita di una micro équipe all’interno del Servizio di NPIA, volta all’attivazione delle procedure clinico-diagnostiche per i disturbi considerati (DSA e ADHD).

A seguito dell’adesione dei vari Istituti Scolastici, si è proceduto con l’individuazione di un referente tra gli insegnanti, al fine di favorire una formazione tra pari. Gli incontri di “Teacher Training” tra le operatrici del Servizio e le scuole sono a cadenza mensile e gli argomenti trattati sono relativi alle esigenze raccolte tra i docenti.

Per quanto concerne il lavoro con i genitori (Parent Training), sono stati calendarizzati incontri serali mensili, volti alla condivisione delle problematiche incontrate dalle varie famiglie rispetto ai vissuti emotivi e agli aspetti più operativodidattici. Sono state organizzate serate a tema in cui sono intervenute professionalità specifiche (es. Assistente sociale del Servizio di NPIA) o dove i genitori stessi hanno organizzato il materiale e l’hanno condiviso con quelli “meno esperti”.

All’interno di tali serate, si è potuto inoltre creare un opuscolo in cui vengono riportati tutti gli aspetti relativi al DSA, da un punto di vista clinico e da un punto di vista familiare.

Lo scopo di questo libretto, che verrà distribuito nelle scuole e negli ambulatori medici, è quello di avvicinare la comunità a tale disturbo. Grazie al fondamentale contributo dei genitori, si è vista nascere e crescere una motivazione sempre maggiore nel far conoscere alle famiglie, agli insegnanti, ai medici il punto di vista ed i vissuti di genitori che spesso hanno dovuto fare i conti con la sofferenza dei loro figli. Il disagio era dovuto al fatto che, prima di diagnosticare il DSA, il bambino veniva etichettato come “lazzarone” o come “poco intelligente”, a cui conseguiva un calo nella propria autostima ed un abbassamento nel senso di autoefficacia.

Da un lato i genitori si sentivano giudicati nel loro ruolo educativo dall’ambiente scolastico, dall’altro gli insegnanti vedevano messi in discussione i loro metodi di insegnamento.

È quindi da sottolineare come sia fondamentale un riconoscimento precoce di tale disturbo, sia da parte della famiglia che della scuola, al fine di evitare dinamiche disfunzionali tra ragazzi, genitori e docenti.

In concomitanza con il gruppo genitori, dal mese di novembre 2010 sono stati attivati due gruppi: uno per i bambini della scuola primaria e uno per i ragazzi della scuola secondaria di I e di II grado. L’obiettivo è quello di condividere i propri vissuti e di confrontarsi anche a livello operativo con la preparazione di mappe concettuali e l’utilizzo di software specifici.

Noi operatori del Servizio di NPIA, grazie a questo progetto, crediamo sia possibile far nascere una rete tra le famiglie, le diverse scuole ed i ragazzi. Il nostro contributo è certamente una minima parte rispetto al bagaglio di vissuti ed esperienze che, di volta in volta, genitori, figli ed insegnanti decidono di condividere.

Considerata la partecipazione sempre viva delle persone coinvolte e la loro disponibilità nel mettersi in gioco, invitiamo anche chi avesse dei dubbi rispetto alla possibile presenza di un DSA, a rivolgersi al Servizio di NPIA. Questo può essere un punto di partenza verso percorsi di condivisione al fine di non sentirsi una realtà isolata e di permettere ai propri ragazzi di vivere il loro eventuale disturbo nel migliore dei modi.

Dr.sse Federica Serioli e Marzia Morandini – Psicologhe Npia
Dr.ssa Linda Giacomella – Logopedista Npia

Articolo tratto dal periodico SANITA’ CAMUNA dell’A.S.L. di Vallecamonica n. 01/2011
Pagine 23,24 – autore 
Dr.sse Federica Serioli, Marzia Morandini e Linda Giacomella

Questo il sito al quale poter consultare tutti i numeri del periodico: www.aslvallecamonicasebino.it