INCONTRO ASSOLO: DSA e BES normativa e dintorni

L’Associazione ASSOLO propone per giovedì 15 ottobre 2015, alle ore 18:30, presso la propria sede (Viale Caduti, 18 – Berzo Inferiore, con ingresso da Via Nikolajewka) l’incontro “DSA e BES: normativa e dintorni”.

ASSOLO_15-10-2015

L’evento che tratterà argomenti legati alla legge 170/2010 con riferimento a DSA e BES è curato dall’avvocato dott.ssa Valentina Damiola (laurea magistrale in giurisprudenza presso l’università degli studi di Bergamo, conseguimento del titolo di avvocato e libera professionista, collaboratrice di ASSOLO).

clicca quì per la locandina dell’incontro (formato .pdf)

DISTURBI SPECIFICI DELL’APPRENDIMENTO (DSA): infoAID VALLECAMONICA

infoAIDNel gennaio scorso, nel comune di Berzo Inferiore, ha preso il via una nuova iniziativa molto importante per tutto il territorio della Vallecamonica: si è costituito un gruppo di lavoro, sezione distaccata dell’Associazione Italiana Dislessia (AID) sede di Brescia, che si occupa dei Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA). Il gruppo è nato dalla volontà dei genitori che prima hanno partecipato al gruppo di Parent Training organizzato dal Servizio di Neuropsichiatria Infantile con le Dr.sse Marzia Morandini, Federica Serioli e Linda Giacomella. I soggetti con Dislessia Evolutiva in Italia sono, secondo le stime più prudenti, almeno 1.500.000. Gran parte di questi hanno avuto una carriera scolastica costellata di insuccessi, abbandoni precoci, con conseguenze sociali e professionali a volte molto pesanti. Le storie che raccontano i ragazzi dislessici diventati adulti sottolineano la frustrazione derivante dalla mancata identificazione del problema. Da bambini si sono trovati a crescere con una difficoltà inattesa e inspiegabile. In genere sono stati colpevolizzati dagli adulti (genitori e insegnanti) che si lamentavano per lo scarso impegno e per gli scadenti risultati scolastici, a fronte di normali abilità sociali e cognitive. L’Associazione Italiana Dislessia è composta per lo più da personale volontario e opera per fornire un sostegno e uno spazio di confronto e ascolto rispetto a queste difficoltà. Dalla cooperazione con le istituzioni e con i servizi che si occupano dello sviluppo e dell’educazione dei bambini e degli adolescenti, nell’ ottobre 2010 è stata emanata la legge n.170, che si occupa di DSA.

Per la popolazione della Valcamonica fino ad ora era stato possibile accedere a tanti servizi (corsi di alfabetizzazione per l’utilizzo di materiale informatico adatto ai DSA tenuti dall’AID, incontri di confronto e consulenza con i vari membri dell’associazione) solo spostandosi verso la città. Tutto ciò era evidentemente molto disagevole, considerata anche l’estensione del nostro territorio, ed è per questo motivo che si è pensato di creare un gruppo di lavoro con sede nella media Valle. Ciò per dare la possibilità di accedere ai vari progetti proposti a tutti gli utenti che risiedono da Ponte di Legno fino a Pisogne e per la provincia di Bergamo fino a Lovere. Mensilmente un nutrito gruppo di insegnanti, genitori, studenti e terapisti (logopedisti, psicologi, educatori, psicopedagogisti) si riunisce nella Sala Civica di Berzo Inferiore, gentilmente concessa dall’Amministrazione comunale a titolo gratuito. Si ha una media di affluenza che va dalle 80 alle 100 persone adulte, a cui si aggiungono due gruppi di lavoro sui ragazzi, ciascuno composto da più di una ventina di studenti suddivisi tra scuola primaria e secondaria. Inoltre la Parrocchia di Berzo Inferiore, unitamente all’oratorio Don Giacomelli, ha dato la possibilità di usare un locale come sede stabile dell’InfoAID Vallecamonica (anche questo concesso in comodato d’uso gratuito), che possa costituire un punto fisso di riferimento per chiunque ne avesse bisogno. La sede è rimasta aperta una sera al mese per il I semestre dell’anno in corso, ma dall’autunno è disponibile ogni giovedì sera dalle ore 20.00 alle ore 22.00.

dsa bambiniNel corso di quest’anno si sono già realizzate delle iniziative interessanti:
– mediante l’aiuto di un gruppo di volontari di Angone si sono raccolti fondi sufficienti all’acquisto di 4 pc portatili;
– L’Associazione Lions di Vallecamonica ha donato 2 pc portatili;
– una lotteria interna ha consentito l’acquisto un video proiettore;
– in occasione della Pasqua si è allestita una bancarella in ospedale per raccolta fondi;
– nel mese di aprile a Campo Tres si è tenuta una giornata il cui intero ricavato è stato devoluto per la realizzazione di varie iniziative;
– il 7 luglio presso le scuole di Berzo si è organizzata una cena con il patrocinio dell’Amministrazione comunale e della Pro Loco, iniziativa resa possibile dai numerosi sponsor a cui va un grande quanto doveroso ringraziamento. Un grazie anche per l’importante impegno di tanti volontari, compresi anche ragazzi con o senza DSA.

Con il ricavato si sono potuti realizzare gli incontri mensili (alcuni relatori devono essere retribuiti), si è reso possibile realizzare il progetto di supporto mensile ai ragazzi con l’ausilio di una logopedista (Dr.ssa Linda Giacomella) e di una psicologa (Dr.ssa Federica Salvetti) e si è tenuto un corso di apprendimento alla stesura di mappe concettuali rivolto sia ai genitori che ai ragazzi. A scuola terminata si è tenuto un corso di alfabetizzazione all’informatica tenuto dall’insegnante Roberta Damiola con l’assistenza degli studenti con DSA della scuola superiore, coinvolgendo due gruppi di ragazzi, ognuno composto da 10-12 elementi della scuola primaria e secondaria di primo grado. A questo si è dato seguito a settembre/ottobre. In autunno è iniziato pure un corso d’inglese per ragazzi della scuola primaria e secondaria, strutturato in maniera specifica a cura di varie insegnanti.

Per il prossimo anno sono previsti sportelli di consulenza didattica di frequenza settimanale, suddivisi per le discipline linguistiche e tecnico-scientifiche, così come consulenze e approfondimenti per l’ambito informatico. Si intende avviare anche uno sportello di consulenza psicologica e pedagogica per i genitori.

Nel mese di ottobre, in collaborazione con l’AID di Bologna e il Centro di Coordinamento per i Servizi Scolastici della Vallecamonica, si è inoltre tenuto un Corso di Formazione per insegnanti di ogni ordine di scuola, al quale, per quanto riguarda i DSA, hanno partecipato relatori di alto livello.

Per ulteriori informazioni circa le attività programmate è possibile rivolgersi a:
Responsabile Territoriale AID: Pamela Cappellazzi (cell. 347 4282298)
Indirizzo mail infoAID Vallecamonica: infoaidvalcamonica@gmail.com

Pamela Cappellazzi – Responsabile Territoriale AID
Dr.sse Feredrica Serioli e Marzia Morandini – Psicologhe Servizio NPIA

Articolo tratto dal periodico SANITA’ CAMUNA dell’A.S.L. di Vallecamonica n. 04/2012. Pagine 25,26 – autore Pamela Cappellazzi, Federica Serioli, Marzia Morandini

Questo il sito al quale poter consultare tutti i numeri del periodico: www.aslvallecamonicasebino.it

PRESA IN CARICO CLINICA TERRITORIALE DI ADOLESCENTI CON PSICOPATOLOGIA GRAVE: INNOVATIVO PROGETTO REGIONALE DELLA NEUROPSICHIATRIA DELL’INFANZIA E DELL’ADOLESCENZA

L’età dell’adolescenza è una lunga fase di scoperta di sé, segnata da numerosi cambiamenti fisici e psicologici. Un vero e proprio percorso, durante il quale ci si trova ad affrontare problemi nuovi e diversi da quelli dell’infanzia, legati alla crescita fisica, all’identità corporea, alla definizione sessuale, ad una costruzione dell’identità personale. E’ in questo momento che ci si trova a dover scegliere cosa essere e diventare, in base ai propri valori, capacità e alle opportunità che vengono offerte. Non più bambini e non ancora adulti, gli adolescenti si ritrovano in sospeso tra un passato inattuale e un futuro appena abbozzato; è un delicato passaggio, durante il quale le ragazze e i ragazzi vengono sottoposti ad una serie di richieste ed aspettative sociali che possono, a volte, essere vissute come qualcosa di pesante ed eccessivamente responsabilizzante. In alcuni casi, tutto ciò può arrivare a compromettere il loro equilibrio psichico. Può accadere che, nella fase adolescenziale, si verifichino dei momenti di disagio che, se normalmente sono considerati come caratteristici di tale fase evolutiva, a volte possono invece rivelarsi segnali di un malessere più profondo, potendo rappresentare l’esordio di un disturbo psichico. Le possibili manifestazioni della psicopatologia coinvolgono tutti i contesti di vita dell’adolescente che sono in qualche modo interconnessi tra di loro e non si possono delimitare con precisione.

Proviamo comunque a suddividerle:
➢ in ambito personale:
– difficoltà a portare avanti gli impegni
– facile distraibilità e fatica a concentrarsi nello svolgimento di un’attività
– difficoltà a ricordare informazioni ed eventi
– stati d’animo non adeguati alla situazione vissuta
– irritabilità
– rallentamento dei movimenti e dei pensieri
– perdita del controllo dei propri istinti e impulsi
➢ a livello familiare:
– tendenza a rintanarsi entro le mura di casa dove potrebbero nascere e accentuarsi conflitti
– comportamenti aggressivi diretti alla propria persona, agli altri o agli oggetti
➢ a livello scolastico:
– perdita di interessi
– svogliatezza
– calo di attenzione e di concentrazione
– abbandono scolastico
➢ a livello sociale:
– abbandono lavorativo e ritiro sociale
– condizione di isolamento e solitudine.

Queste manifestazioni, se isolate o presenti in un solo ambito, possono rappresentare le difficoltà tipiche della fase adolescenziale. Se invece si associano contemporaneamente più problematiche e/o riguardano diversi contesti di vita delle ragazze e dei ragazzi, potrebbero essere indicatori di un disturbo più profondo. L’individuazione precoce dei sintomi iniziali e l’invio al servizio specialistico diventano indispensabili in un’ottica di prevenzione e promozione della salute in adolescenza. Pertanto il NPIA ha attivo da circa un anno un progetto di prevenzione e presa in carico clinico-territoriale per adolescenti con psicopatologia grave che vede coinvolte tutte le realtà sanitarie, sociali, educative, del terzo settore e del volontariato che, a vario titolo, vengono a contatto con adolescenti. Mettere in comune le singole esperienze ha portato tali realtà a riflettere sulla necessità di riportare l’intervento e il trattamento all’interno della comunità, uscendo dalla logica della presa in carico solo sanitaria all’interno degli ospedali o delle strutture terapeutico/riabilitative. Un ritorno alla comunità che collabora e partecipa al percorso di prevenzione e di guarigione in un’ottica di lavoro di rete con tutti i contesti di vita del ragazzo.

Nell’anno 2011 sono stati sono state realizzate le seguenti azioni:
• creazione di una équipe dedicata composta da Neuropsichiatra Infantile (Francesco Rinaldi), Psicologo (Anna Zamboni e Selena Salvetti) Educatrice professionale (Silvia Isonni) e Assistente Sociale (Paola Martinelli). Attraverso un approccio multiprofessionale il Servizio intende garantire agli adolescenti e ai loro familiari un percorso diagnostico e di presa in carico rapido e multidisciplinare;
• incontri di coprogettazione sui seguenti temi: cogliere e accogliere l’adolescente, continuità sanitaria, presa in carico da parte della rete territoriale. Questa modalità di lavoro ha permesso alle varie realtà di conoscersi, di condividere un linguaggio e degli obiettivi comuni;
• elaborazione opuscolo informativo da distribuire nelle scuole, negli ambulatori dei Medici e dei Pediatri, negli enti locali, negli oratori, nei Centri di Aggregazione giovanile, nelle scuole superiori. Tale opuscolo è strumento di conoscenza del problema ed invito a contattare i Servizi anche solo per capire se quello che sta succedendo fa parte della crescita o è campanello di allarme di un malessere più profondo;
• elaborazione protocollo segnalazione scuola-NPIA: che ha permesso agli insegnanti, agli operatori della NPIA e ai rappresentanti dei genitori di condividere le modalità e gli strumenti per inviare il più precocemente possibile un adolescente che evidenzi dei comportamenti sopra descritti, in un’ottica di stretta collaborazione;
• elaborazione modello Piano Educativo Personalizzato che ha permesso agli insegnanti, ai genitori e ai ragazzi stessi di avere a disposizione uno strumento che permetta di individuare obiettivi personalizzati nel percorso scolastico;
• elaborazione protocollo per collaborazione con il Centro Psico Sociale (CPS), con il Dipartimento ASSI e con il Serd per garantire continuità e condivisione quando le famiglie e gli adolescenti hanno a che fare con i Servizi Socio-Sanitari.

Nell’anno 2012 sono previste le seguenti azioni:
• serate informative per genitori e insegnanti. Serate per informare, creare cultura contro lo stigma della malattia mentale, condividere esperienze dove i genitori e gli insegnanti diventano attori, relatori, parte attiva degli incontri stessi. Nell’ottica di coprogettazione, trasversale a tutto il progetto, anche questi momenti saranno organizzati con la partecipazione di scuola, associazione di genitori, operatori NPIA e CPS, Dipartimento ASSI, Serd, Azienda Territoriale per i Servizi Alla Persona, associazioni di volontariato, associazioni di familiari;
• corso di formazione per insegnanti. In base ai bisogni che emergeranno durante le serate informative sarà possibile organizzare più incontri di approfondimento;
• convegno informativo rivolto a operatori sanitari e del terzo settore. Il 19 maggio 2012 presso la sala convegni dell’Istituto Suore Santa Dorotea di Cemmo si è tenuto il convegno dal titolo “Clinica dei disturbi psicopatologici in età adolescenziale” che ha visto la partecipazione di Medici, Pediatri, psicologi, operatori sociali e del terzo settore. Relatore il Dr Gabriele Masi, professore presso l’università di Pisa, fra i maggiori esperti dei disturbi psichiatrici in età evolutiva. Il corso ha ottenuto un ottimo riscontro in termini di interesse e gradimento. La criticità unanime è stata l’eccessiva concentrazione della gran parte della psicopatologia pediatrica in un’unica giornata. Altro elemento, l’approccio esclusivamente clinico. Non aveva l’ambizione di essere esaustivo, ma di sensibilizzare gli operatori socio-sanitari alla complessità dell’argomento. Considerato sia l’interesse suscitato che le criticità riferite, si potrà ipotizzare nel futuro un progetto formativo su singoli disturbi che preveda una visione globale, clinico-territoriale con coinvolgimento attivo non solo del personale ASL ma anche della scuola, del Terzo Settore, e delle Associazioni di familiari;
• corso di formazione per operatori sanitari. Si stanno organizzando tre incontri di formazione rivolta agli operatori della NPIA, ai Medici di Medicina Generale e ai Pediatri di Famiglia. Crescere professionalmente insieme aiuta a creare dei linguaggi condivisi; un background comune che permette di lavorare in modo più efficace ed efficiente;
• coprogettazione per la realizzazione di interventi nel territorio. Convinti che i supporti all’interno dei Servizi rappresentino solo una parte della presa in carico di un adolescente con psicopatologia, tutte le realtà del territorio (scuola, azienda territoriale per i servizi alla persona, associazioni di volontariato, associazioni di genitori, terzo settore) si sono incontrate e hanno deciso di progettare in quest’area con l’obiettivo di elaborare nuovi strumenti che permettano a questi ragazzi e alle loro famiglie di trovare nel territorio un elemento di aiuto e non di ostacolo.

Siamo all’inizio di questo percorso impegnativo ma entusiasmante; grazie a tutti i compagni di viaggio e alle persone che a vario titolo stanno sostenendo questo progetto. Per avere maggiori informazioni è possibile contattare gli operatori della NPIA al numero telefonico 3665606699 tutti i martedì e i giovedì dalle 10.00 alle 13.00.

Paola Martinelli, Silvia Isonni, Anna Zamboni,

Francesco Rinaldi, Selena Salvetti, Federica Soardi

– Operatori NPIA


Articolo tratto dal periodico SANITA’ CAMUNA dell’A.S.L. di Vallecamonica n. 03/2012. Pagine 23,24 – autore Paola Martinelli, Silvia Isonni, Anna Zamboni, Francesco Rinaldi, Selena Salvetti, Federica Soardi – Operatori NPIA

Questo il sito al quale poter consultare tutti i numeri del periodico: www.aslvallecamonicasebino.it

BILANCI DI SALUTE: COLLABORAZIONE TRA PEDIATRI DI BASE E NEUROPSICHIATRIA INFANTILE

Il riconoscimento di bambini con difficoltà specifiche nell’ambito linguistico, degli apprendimenti e dei problemi di comportamento e di attenzione in età tardiva, ha fatto emergere sempre più la necessità di invii precoci, al fine di migliorare l’efficacia dei trattamenti post diagnosi.

I pediatri di base, considerata tale criticità, hanno proposto al Servizio di NPIA una collaborazione volta all’approfondimento di alcuni disturbi che riguardano la sfera evolutiva ed il cui esordio speso corrisponde ai “bilanci di salute” previsti dal Piano Sanitario Regionale.

A seguito di alcuni incontri con il Dr. Tironi e la Dr.ssa Bricioli, volti alla definizione degli argomenti da trattare e delle modalità di scambio formativo, si è giunti alla stesura di un Progetto di Formazione sul Campo sullo “Screening pediatrico di disturbi della sfera neuropsichiatrica in corso dei Bilanci di Salute”.

Tale progetto ha previsto la suddivisione in 4 moduli corrispondenti a 4 differenti disturbi dell’età evolutiva:

• Bilancio del 2° mese: Anomalie posturali.

• Bilancio del 2° anno: Ritardo di linguaggio.

• Bilancio del 6° anno: Disturbo da deficit di Attenzione con Iperattività (ADHD).

• Bilancio dell’8° anno: Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA).

Il primo incontro, tenutosi in data 21 aprile 2011, ha visto come relatori la Dr.ssa Briscioli (pediatra di base) e la Dr.ssa Testa (neuropsichiatra del Servizio di NPIA). In tale sede sono state presentate le anomalie neurologiche transitorie del lattante, la plagiocefalia posizionale posteriore, i torcicolli, le craniostenosi, sia da un punto di vista della diagnosi sia dal punto di vista della presa in carico riabilitativa. In particolare si è discusso intorno alla plagiocefalia posizionale con o senza torcicollo, quadro che prevede un’anormale crescita delle ossa del cranio del bambino, in relazione alla postura prevalente dello stesso e a livello intrauterino e dopo la nascita, quadro in forte aumento, dagli anni ‘90 in poi.

Nel secondo incontro (26 maggio 2011) la collaborazione tra il Dr. Tomagra (pediatra di base) e la Dr.ssa Serioli (psicologa del Servizio di NPIA) ha permesso di approfondire gli elementi relativi al Disturbo da deficit d’attenzione ed iperattività (ADHD), quali la compromissione delle funzioni esecutive, la fase diagnostica, gli aspetti neurologici strettamente correlati al disturbo e la fase di presa in carico, attraverso un approccio multimodale che comprende il trattamento diretto al bambino e a tutti i suoi contesti di vita significativi (casa, scuola). Sono stati inoltre consegnati ai pediatri dei questionari di primo livello da somministrare ai genitori di quei bambini in cui vi è il sospetto della presenza di ADHD.

Il terzo e quarto incontro si terranno in un’unica data (6 ottobre 2011) in quanto i due argomenti trattati sono strettamente connessi tra loro (Disturbo specifico di linguaggio e Disturbo specifico d’apprendimento). Il Dr. Tironi (pediatra di base) e le Dr.sse Romellini e Comensoli (logopediste del Servizio di NPIA) affronteranno gli aspetti relativi al Disturbo Specifico di linguaggio considerando la terminologia specifica, lo sviluppo tipico e atipico di linguaggio, i disturbi primari e secondari, le differenti classificazioni con eziologia ed epidemiologia ed i vantaggi di una diagnosi precoce con la successiva presa in carico.

Il Disturbo Specifico d’Apprendimento (DSA) verrà presentato dalla Dr.ssa Faletti (pediatra di base) e dalle Dr.sse Giacomella e Morandini (logopedista e psicologa del Servizio di NPIA) che approfondiranno la definizione e le varie classificazioni del disturbo, le aree cerebrali e neuropsicologiche implicate nell’apprendimento della letto-scrittura e nell’ambito del sistema numerico e di calcolo, le relative procedure psicodiagnostiche, i vantaggi di una diagnosi precoce e la creazione di una griglia descrittiva ai fini dell’invio pediatrico, le ripercussioni emotive, l’evoluzione nel tempo e gli aspetti normativi.

Dr.sse Federica Serioli e Marzia Morandini

(psicologhe del Servizio di NPIA)

Articolo tratto dal periodico SANITA’ CAMUNA dell’A.S.L. di Vallecamonica n. 03/2011 Pagine 10,11 – autore Dr.sse Federica Serioli e Marzia Morandini

Questo il sito al quale poter consultare tutti i numeri del periodico: www.aslvallecamonicasebino.it

IL DISTURBO DA DEFICIT D’ATTENZIONE E IPERATTIVITÀ

Il Disturbo da Deficit d’Attenzione ed Iperattività (ADHD, acronimo per l’inglese Attention Deficit and Hyperactivity Disorder), è caratterizzato da due gruppi di sintomi definibili come inattenzione ed impulsività/iperattività. L’incidenza è del 4% dei bambini in età scolare: i maschi sono colpiti in proporzione due o tre volte in più rispetto alle femmine.

L’ADHD è un disturbo che non deriva da erronei interventi educativi, ma da una condizione genetica, per la maggior parte dei casi su base ereditaria. I sintomi di tale disturbo si possono manifestare precocemente, prima dei 7 anni con continuità per un periodo di almeno 6 mesi. L’intensità e la frequenza di questi comportamenti devono causare una forte compromissione del funzionamento globale del bambino nei contesti di vita significativi (casa, scuola, contesti di socializzazione).

Il bambino con ADHD presenta difficoltà a mantenere l’attenzione su un compito, ad inibire risposte automatiche, a pianificare strategie per il raggiungimento di fini prefissati. A tale quadro spesso si associa una significativa instabilità motoria ed impulsività.

Le caratteristiche principali del bambino con ADHD sono:

• Fatica a dedicarsi ai giochi ed a terminarli
• Mentre fa qualcosa tende a guardarsi intorno
• Al minimo rumore si distrae
• Sembra non ascoltare quando gli si parla
• Si scoraggia facilmente
• Si arrampica dappertutto nei luoghi e nei momenti meno adatti
• Non riesce a stare seduto nelle attività che lo richiederebbero
• Si agita sulla sedia e muove in continuazione le mani
• Cambia gioco frequentemente
• Spesso in movimento
• Fa fatica a rispettare i turni
• Quando gioca con i compagni non rispetta le regole e vuole fare a modo suo
• Risponde in fretta senza aspettare che la domanda sia completata
• Gli stimoli neutri per gli altri diventano rilevanti e catturano la sua attenzione.

Inoltre il bambino con ADHD presenta difficoltà a regolare:

• concentrazione ed attenzione
• funzioni esecutive
• impulsività
• motivazione e fiducia nello sforzo
• gestione delle emozioni
• pianificazione e soluzione dei problemi
• autostima
• comportamento sociale
• comportamento motorio.

L’incapacità a rimanere attenti e a controllare gli impulsi fa sì che i bambini con ADHD abbiano una minor resa scolastica e sviluppino una maggior difficoltà ad esprimere le proprie abilità cognitive. A ciò si associa una scarsa consapevolezza delle proprie risorse ed un abbassamento del senso di autoefficacia e dell’autostima. Questo determina una significativa interferenza nella qualità delle relazioni tra questi bambini e il mondo che li circonda. I bambini con ADHD con i loro comportamenti mancano del “savoir faire sociale” che consente di cogliere stimoli sociali, modulare le relazioni interpersonali, ricevere gratificazioni ed integrarsi con i coetanei; tutto ciò causa al bambino un senso di inadeguatezza e una ridotta tolleranza alle frustrazioni. Di fronte a questo quadro complesso e variegato, genitori ed insegnanti si trovano spesso disorientati, non riescono a capire il motivo della manifestazione di certi comportamenti e tentano inutilmente varie strategie alternando momenti di frustrazione, rabbia e di impotenza. Il difficoltoso rapporto con gli altri, le problematiche scolastiche, i continui rimproveri da parte delle figure adulte, il senso di inadeguatezza fanno sì che si sviluppi nel bambino una forte demotivazione o ansia, che comportano significative conseguenze funzionali. Con la crescita le componenti iperattive tendono a diminuire di frequenza e di intensità e possono venire parzialmente sostituite da una agitazione interiorizzata, che si manifesta soprattutto con insofferenza, impazienza e continui cambi di attività.

L’ADHD e i comportamenti associati della famiglia e della scuola

E’ particolarmente difficile essere genitore di un bambino con diagnosi di ADHD, in quanto fatica ad ascoltare, a seguire le regole e ad organizzare i propri spazi. I genitori spesso si sentono demotivati ed impotenti rispetto ai loro metodi educativi. La collaborazione genitore-figlio può essere un valido mezzo a disposizione dell’adulto per migliorare il clima famigliare e rinforzare positivamente il bambino facendolo sentire competente.Molti bambini con ADHD vivono nel contesto scolastico forti situazioni di disagio che minano la loro già fragile autostima; allo stesso tempo il genitore percepisce l’insuccesso scolastico del figlio come fallimento del proprio ruolo educativo scatenando dinamiche di scontro tra i due contesti di vita fondamentali del bambino. L’ambiente scolastico risulta essere un importante mediatore che deve aiutare il bambino ad utilizzare meglio le proprie potenzialità cognitive ponendo attenzione a non attuare modalità colpevolizzanti e ruolizzanti. Devono essere rispettati i suoi tempi di attenzione ed il suo bisogno di movimento. Risulta fondamentale accogliere il disturbo e stipulare un “contratto” tra insegnanti, bambino e famiglia al fine di favorire lo sviluppo di strategie che aiutino il bambino a viversi in modo sereno. Il Servizo di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza ha posto particolare attenzione rispetto al Disturbo attivando percorsi specifici con le scuole (Teacher Training) e con le famiglie (Parent Training). Nel 2008 è stato attivato un percorso informativo in tutti gli Istituti Comprensivi della Valle Camonica al fine di favorire una maggiore sensibilizzazione rispetto a tali problematiche. Nel 2009, Regione Lombardia ha approvato il progetto di Interventi di presa in carico e di prevenzione secondaria nei disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) e nel disturbo da deficit di attenzione con iperattività (ADHD), il cui obiettivo era quello di creare una rete di comunicazione tra le varie scuole e il Servizio specialistico coinvolto nella presa in carico dei bambini e delle loro famiglie con diagnosi di ADHD. Dal 2010 il Servizo di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, facendo parte dei 18 centri di riferimento per il trattamento dell’ADHD in Lombardia, aderisce al progetto “Lavorare insieme nell’Adhd: esperienze dei centri di riferimento della Lombardia”. Ciò al fine di unificare percorsi di formazione interni ed esterni ai vari centri, pianificare percorsi diagnostici unificati e lavorare sui percorsi terapeutici di presa in carico del bambino e della famiglia.

Dr.sse Federica Serioli e Marzia Morandini

Psicologhe del Servizio Npia

Articolo tratto dal periodico SANITA’ CAMUNA dell’A.S.L. di Vallecamonica n. 02/2011
Pagine 11,12 – autore
Dr.sse Federica Serioli e Marzia Morandini

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DSA IL DISTURBO SPECIFICO DELL’APPRENDIMENTO NELLA REALTÀ DELLA VALLECAMONICA

Negli ultimi anni, vi è stato un aumento di richieste di consultazione per bambini con difficoltà d’apprendimento, d’attenzione e di comportamento presso i Servizi di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (NPIA) nazionali.

Il Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA) rientra tra i disordini di natura neuropsicologica e comprende la mancata acquisizione ed automatizzazione delle strumentalità della lettura (dislessia), scrittura (disortografia) e del calcolo (discalculia), con capacità cognitive adeguate e in assenza di patologie neurologiche e deficit sensoriali.

Questo fenomeno ha raggiunto una diffusione tale da sensibilizzare le autorità, che dopo la promulgazione di alcune leggi, sono giunte alla stesura di una Legge Nazionale, la 170 del 2010.

Le finalità ultime di tale Legge sono quelle di garantire il diritto all’istruzione e favorire il successo scolastico, utilizzando misure didattiche di supporto quali gli strumenti compensativi e dispensativi. Ciò, al fine di ridurre disagi relazionali ed emozionali (art.2). Tra i vari articoli, si trovano le direttive rispetto alla diagnosi (art.3), alla formazione nella scuola (art.4), alle misure educative e didattiche di supporto (art.5). Da sottolineare le misure di tutela per i familiari di primo grado degli studenti con DSA, che prevedono la possibilità di usufruire di orari di lavoro flessibili, per assistere i figli nelle attività scolastiche (art.6).

La realtà locale rispecchia parzialmente le statistiche italiane, che indicano la presenza di bambini con DSA nel 4% della popolazione scolastica.

Il Servizio di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza dell’ASL di Vallecamonica-Sebino, dal settembre 2009, ha al suo attivo il Progetto triennale, finanziato dalla Regione, di “Interventi di presa in carico e di prevenzione secondaria nei Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) e nel Disturbo da Deficit dell’Attenzione ed Iperattività (ADHD)”.

Gli obiettivi principali riguardano una campagna informativa nelle scuole, un percorso di supporto per i genitori e la nascita di una micro équipe all’interno del Servizio di NPIA, volta all’attivazione delle procedure clinico-diagnostiche per i disturbi considerati (DSA e ADHD).

A seguito dell’adesione dei vari Istituti Scolastici, si è proceduto con l’individuazione di un referente tra gli insegnanti, al fine di favorire una formazione tra pari. Gli incontri di “Teacher Training” tra le operatrici del Servizio e le scuole sono a cadenza mensile e gli argomenti trattati sono relativi alle esigenze raccolte tra i docenti.

Per quanto concerne il lavoro con i genitori (Parent Training), sono stati calendarizzati incontri serali mensili, volti alla condivisione delle problematiche incontrate dalle varie famiglie rispetto ai vissuti emotivi e agli aspetti più operativodidattici. Sono state organizzate serate a tema in cui sono intervenute professionalità specifiche (es. Assistente sociale del Servizio di NPIA) o dove i genitori stessi hanno organizzato il materiale e l’hanno condiviso con quelli “meno esperti”.

All’interno di tali serate, si è potuto inoltre creare un opuscolo in cui vengono riportati tutti gli aspetti relativi al DSA, da un punto di vista clinico e da un punto di vista familiare.

Lo scopo di questo libretto, che verrà distribuito nelle scuole e negli ambulatori medici, è quello di avvicinare la comunità a tale disturbo. Grazie al fondamentale contributo dei genitori, si è vista nascere e crescere una motivazione sempre maggiore nel far conoscere alle famiglie, agli insegnanti, ai medici il punto di vista ed i vissuti di genitori che spesso hanno dovuto fare i conti con la sofferenza dei loro figli. Il disagio era dovuto al fatto che, prima di diagnosticare il DSA, il bambino veniva etichettato come “lazzarone” o come “poco intelligente”, a cui conseguiva un calo nella propria autostima ed un abbassamento nel senso di autoefficacia.

Da un lato i genitori si sentivano giudicati nel loro ruolo educativo dall’ambiente scolastico, dall’altro gli insegnanti vedevano messi in discussione i loro metodi di insegnamento.

È quindi da sottolineare come sia fondamentale un riconoscimento precoce di tale disturbo, sia da parte della famiglia che della scuola, al fine di evitare dinamiche disfunzionali tra ragazzi, genitori e docenti.

In concomitanza con il gruppo genitori, dal mese di novembre 2010 sono stati attivati due gruppi: uno per i bambini della scuola primaria e uno per i ragazzi della scuola secondaria di I e di II grado. L’obiettivo è quello di condividere i propri vissuti e di confrontarsi anche a livello operativo con la preparazione di mappe concettuali e l’utilizzo di software specifici.

Noi operatori del Servizio di NPIA, grazie a questo progetto, crediamo sia possibile far nascere una rete tra le famiglie, le diverse scuole ed i ragazzi. Il nostro contributo è certamente una minima parte rispetto al bagaglio di vissuti ed esperienze che, di volta in volta, genitori, figli ed insegnanti decidono di condividere.

Considerata la partecipazione sempre viva delle persone coinvolte e la loro disponibilità nel mettersi in gioco, invitiamo anche chi avesse dei dubbi rispetto alla possibile presenza di un DSA, a rivolgersi al Servizio di NPIA. Questo può essere un punto di partenza verso percorsi di condivisione al fine di non sentirsi una realtà isolata e di permettere ai propri ragazzi di vivere il loro eventuale disturbo nel migliore dei modi.

Dr.sse Federica Serioli e Marzia Morandini – Psicologhe Npia
Dr.ssa Linda Giacomella – Logopedista Npia

Articolo tratto dal periodico SANITA’ CAMUNA dell’A.S.L. di Vallecamonica n. 01/2011
Pagine 23,24 – autore 
Dr.sse Federica Serioli, Marzia Morandini e Linda Giacomella

Questo il sito al quale poter consultare tutti i numeri del periodico: www.aslvallecamonicasebino.it

INTERVENTI DI PREVENZIONE E PRESA IN CARICO CLINICO-TERRITORIALE DI ADOLESCENTI CON PSICOPATOLOGIA GRAVE

La psicopatologia grave in età adolescenziale sta divenendo oggi un’urgenza sia sanitaria che sociale; urgenza aggravata dal fatto che negli ospedali della Lombardia i posti letto ad essa dedicati sono carenti: sono solo 3 i reparti di NPIA (Servizio di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza) che ricoverano adolescenti con psicopatologia e altrettanto carenti sono le Comunità Terapeutiche Residenziali. Allo stato attuale non sembrerebbe dunque che il territorio della Lombardia sia in grado di soddisfare l’esigenza di ricovero e presa in carico di questa tipologia di pazienti.

Per tali motivi il nostro Servizio di NPIA, a partire da un’attenta analisi del bisogno, ha proposto ed elaborato un progetto di durata triennale, finanziato da Regione Lombardia, finalizzato alla prevenzione e presa in carico non solo clinica, ma anche territoriale, dell’adolescente con psicopatologia grave. 

Poiché l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) suggerisce che interventi precoci nell’ambito della salute mentale possano ridurre l’esito negativo dei sintomi psicopatologici e migliorare il benessere psicologico e sociale percepito, il servizio di NPIA ha deciso di rivolgere questo progetto ad adolescenti con età compresa tra i 14 e 18 anni che presentano i primi segnali di una possibile psicopatologia; scelta motivata dal fatto che il mancato riconoscimento di una psicopatologia in età adolescenziale può portare ad un aggravamento nella sintomatologia e ad una prognosi più severa in età adulta.

Spesso, nella fase adolescenziale, si verificano dei momenti di difficoltà psicologica, relazionale, comportamentale e sociale che, se normalmente sono considerati come caratteristici di tale fase evolutiva, a volte possono invece rivelarsi segnali di un esordio psicopatologico.

Per questo motivo è importante accogliere le manifestazioni di disagio non sottovalutandole, discriminando le situazioni considerate “tipiche” dell’età adolescenziale e transitorie, da quelle più propriamente patologiche, in modo da giungere ad un invio e ad una presa in carico precoci.

Gli obiettivi proposti da tale progetto riguardano diversi aspetti quali:

• Sensibilizzazione degli adulti a contatto con gli adolescenti nel cogliere i primi

segnali di un disagio;

• Presa in carico globale dell’adolescente e della sua famiglia;

• Prevenire il rischio di abbandono scolastico/lavorativo e, nel caso in cui l’abbandono sia già avvenuto, favorire la ripresa della frequenza scolastica/lavorativa;

• Collaborazione con gli operatori del Progetto “Diogene” dell’UO di Psichiatria dell’ASL Vallecamonica-Sebino sulla diagnosi precoce delle psicosi, al fine di garantire una continuità e un’omogeneità di interventi col passaggio all’età adulta;

• Riduzione del bisogno di ricovero incrementando gli accessi al Servizio di NPIA di adolescenti con esordio psicopatologico.

Per raggiungere tali obiettivi il Servizio NPIA ha individuato un’équipe multidisciplinare composta da Neuropsichiatra Infantile, Psicologo, Assistente Sociale ed Educatore, che insieme al ragazzo adolescente e la sua famiglia struttura un progetto individuale. Tale progetto prevede una presa in carico immediata con interventi di tipo clinico (neuropsichiatrici, psicologici individuali con l’adolescente e i genitori), sociale (mirati alla costruzione di una rete sociale di protezione dell’adolescente e del sistema familiare) ed educativo (organizzazione di attività in ambienti protetti, quali scuole, oratori, cooperative e interventi di supporto nelle scuole con il coinvolgimento degli insegnanti e del gruppo dei pari).

L’adolescente e la sua famiglia e gli interventi ad essi diretti non possono prescindere da un’ottica di intervento globale che tenga in considerazione non solo l’ambito sanitario, ma anche e sopratutto il territorio come risorsa. In quest’ottica l’intero progetto nasce e si sviluppa attraverso un’attiva collaborazione tra attori sanitari e sociali quali il Centro Psico-Sociale (CPS), il Dipartimento Attività Socio-Sanitarie Integrate (ASSI), il Dipartimento Dipendenze (Ser.D), i Medici di Medicina Generale, i Pediatri di Libera Scelta, il Dipartimento Cure Primarie, i Consultori privati, l’Azienda territoriale per i servizi alla persona, la Comunità Montana, le Scuole secondarie di II grado, il Terzo settore e le Associazioni dei familiari.

Allo stato attuale si sono individuati 3 gruppi.

Il primo gruppo, definito “Cogliere e Accogliere l’adolescente/riconoscere il disagio”, ha come obiettivi l’invio precoce di adolescenti al servizio NPIA e la condivisione con gli istituti scolastici superiori di modalità e procedure di invio adeguate; l’attuazione di una campagna informativa di sensibilizzazione, rivolta al mondo degli adulti che viene a contatto con questa fascia di età.

Il secondo gruppo, definito “Continuità del percorso sanitario”, ha come obiettivo quello di garantire la continuità del percorso sanitario tramite l’individuazione di strumenti condivisi riguardanti protocolli di invio alla NPIA e di presa in carico congiunta. Tale gruppo prevede anche al proprio interno una formazione condivisa.

Il terzo gruppo, definito “Presa in carico rete territoriale”, ha come obiettivo quello di individuare strumenti e modalità per garantire un reinserimento sociale e scolastico.

In conclusione, poiché vi è una contingenza di più aspetti che interagiscono e concorrono alla predisposizione, insorgenza, sviluppo e mantenimento di una psicopatologia e poiché questi aspetti riguardano sia fattori personali interni, quali aspetti biologici e cognitivi, sia fattori ambientali esterni quali aspetti interrelazioni, familiari e sociali, il progetto pone attenzione sull’importanza di intervenire non solo dal punto di vista clinico ma anche dal punto di vista ambientale, sociale e relazionale. Tutto questo al fine di promuovere il benessere psicologico e sociale non solo dell’adolescente con psicopatologia ma anche dei suoi familiari e dei suoi contesti sociali di vita, cercando di evitare che si giunga all’abbandono scolastico, lavorativo e al ritiro sociale, accompagnati spesso da ripercussioni problematiche nelle dinamiche familiari.

L’équipe di presa in carico

della psicopatologia

Articolo tratto dal periodico SANITA’ CAMUNA dell’A.S.L. di Vallecamonica n. 04/2011
Pagine 21,22 – autore Équipe di presa in carico della psicopatologia

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