IL DISTURBO DA DEFICIT D’ATTENZIONE E IPERATTIVITÀ

Il Disturbo da Deficit d’Attenzione ed Iperattività (ADHD, acronimo per l’inglese Attention Deficit and Hyperactivity Disorder), è caratterizzato da due gruppi di sintomi definibili come inattenzione ed impulsività/iperattività. L’incidenza è del 4% dei bambini in età scolare: i maschi sono colpiti in proporzione due o tre volte in più rispetto alle femmine.

L’ADHD è un disturbo che non deriva da erronei interventi educativi, ma da una condizione genetica, per la maggior parte dei casi su base ereditaria. I sintomi di tale disturbo si possono manifestare precocemente, prima dei 7 anni con continuità per un periodo di almeno 6 mesi. L’intensità e la frequenza di questi comportamenti devono causare una forte compromissione del funzionamento globale del bambino nei contesti di vita significativi (casa, scuola, contesti di socializzazione).

Il bambino con ADHD presenta difficoltà a mantenere l’attenzione su un compito, ad inibire risposte automatiche, a pianificare strategie per il raggiungimento di fini prefissati. A tale quadro spesso si associa una significativa instabilità motoria ed impulsività.

Le caratteristiche principali del bambino con ADHD sono:

• Fatica a dedicarsi ai giochi ed a terminarli
• Mentre fa qualcosa tende a guardarsi intorno
• Al minimo rumore si distrae
• Sembra non ascoltare quando gli si parla
• Si scoraggia facilmente
• Si arrampica dappertutto nei luoghi e nei momenti meno adatti
• Non riesce a stare seduto nelle attività che lo richiederebbero
• Si agita sulla sedia e muove in continuazione le mani
• Cambia gioco frequentemente
• Spesso in movimento
• Fa fatica a rispettare i turni
• Quando gioca con i compagni non rispetta le regole e vuole fare a modo suo
• Risponde in fretta senza aspettare che la domanda sia completata
• Gli stimoli neutri per gli altri diventano rilevanti e catturano la sua attenzione.

Inoltre il bambino con ADHD presenta difficoltà a regolare:

• concentrazione ed attenzione
• funzioni esecutive
• impulsività
• motivazione e fiducia nello sforzo
• gestione delle emozioni
• pianificazione e soluzione dei problemi
• autostima
• comportamento sociale
• comportamento motorio.

L’incapacità a rimanere attenti e a controllare gli impulsi fa sì che i bambini con ADHD abbiano una minor resa scolastica e sviluppino una maggior difficoltà ad esprimere le proprie abilità cognitive. A ciò si associa una scarsa consapevolezza delle proprie risorse ed un abbassamento del senso di autoefficacia e dell’autostima. Questo determina una significativa interferenza nella qualità delle relazioni tra questi bambini e il mondo che li circonda. I bambini con ADHD con i loro comportamenti mancano del “savoir faire sociale” che consente di cogliere stimoli sociali, modulare le relazioni interpersonali, ricevere gratificazioni ed integrarsi con i coetanei; tutto ciò causa al bambino un senso di inadeguatezza e una ridotta tolleranza alle frustrazioni. Di fronte a questo quadro complesso e variegato, genitori ed insegnanti si trovano spesso disorientati, non riescono a capire il motivo della manifestazione di certi comportamenti e tentano inutilmente varie strategie alternando momenti di frustrazione, rabbia e di impotenza. Il difficoltoso rapporto con gli altri, le problematiche scolastiche, i continui rimproveri da parte delle figure adulte, il senso di inadeguatezza fanno sì che si sviluppi nel bambino una forte demotivazione o ansia, che comportano significative conseguenze funzionali. Con la crescita le componenti iperattive tendono a diminuire di frequenza e di intensità e possono venire parzialmente sostituite da una agitazione interiorizzata, che si manifesta soprattutto con insofferenza, impazienza e continui cambi di attività.

L’ADHD e i comportamenti associati della famiglia e della scuola

E’ particolarmente difficile essere genitore di un bambino con diagnosi di ADHD, in quanto fatica ad ascoltare, a seguire le regole e ad organizzare i propri spazi. I genitori spesso si sentono demotivati ed impotenti rispetto ai loro metodi educativi. La collaborazione genitore-figlio può essere un valido mezzo a disposizione dell’adulto per migliorare il clima famigliare e rinforzare positivamente il bambino facendolo sentire competente.Molti bambini con ADHD vivono nel contesto scolastico forti situazioni di disagio che minano la loro già fragile autostima; allo stesso tempo il genitore percepisce l’insuccesso scolastico del figlio come fallimento del proprio ruolo educativo scatenando dinamiche di scontro tra i due contesti di vita fondamentali del bambino. L’ambiente scolastico risulta essere un importante mediatore che deve aiutare il bambino ad utilizzare meglio le proprie potenzialità cognitive ponendo attenzione a non attuare modalità colpevolizzanti e ruolizzanti. Devono essere rispettati i suoi tempi di attenzione ed il suo bisogno di movimento. Risulta fondamentale accogliere il disturbo e stipulare un “contratto” tra insegnanti, bambino e famiglia al fine di favorire lo sviluppo di strategie che aiutino il bambino a viversi in modo sereno. Il Servizo di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza ha posto particolare attenzione rispetto al Disturbo attivando percorsi specifici con le scuole (Teacher Training) e con le famiglie (Parent Training). Nel 2008 è stato attivato un percorso informativo in tutti gli Istituti Comprensivi della Valle Camonica al fine di favorire una maggiore sensibilizzazione rispetto a tali problematiche. Nel 2009, Regione Lombardia ha approvato il progetto di Interventi di presa in carico e di prevenzione secondaria nei disturbi specifici dell’apprendimento (DSA) e nel disturbo da deficit di attenzione con iperattività (ADHD), il cui obiettivo era quello di creare una rete di comunicazione tra le varie scuole e il Servizio specialistico coinvolto nella presa in carico dei bambini e delle loro famiglie con diagnosi di ADHD. Dal 2010 il Servizo di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza, facendo parte dei 18 centri di riferimento per il trattamento dell’ADHD in Lombardia, aderisce al progetto “Lavorare insieme nell’Adhd: esperienze dei centri di riferimento della Lombardia”. Ciò al fine di unificare percorsi di formazione interni ed esterni ai vari centri, pianificare percorsi diagnostici unificati e lavorare sui percorsi terapeutici di presa in carico del bambino e della famiglia.

Dr.sse Federica Serioli e Marzia Morandini

Psicologhe del Servizio Npia

Articolo tratto dal periodico SANITA’ CAMUNA dell’A.S.L. di Vallecamonica n. 02/2011
Pagine 11,12 – autore
Dr.sse Federica Serioli e Marzia Morandini

Questo il sito al quale poter consultare tutti i numeri del periodico: www.aslvallecamonicasebino.it