ASSOLO – Associazione per l’Assistenza ai Disturbi Specifici dell’Apprendimento – Bisogni Educativi Speciali

Logo-Assolo

DESCRIZIONE

Le Finalità dell’associazione sono:

  • promuove attività quali DOPOSCUOLA per bambini e ragazzi, corsi di informatica specifici per DSA, corsi di lingua straniera a vari livelli, incontri di sostegno e consulenza per le famiglie;
  • favorisce attività socio-culturali quali opportunità di riflessione e confronto e favorisce momenti di aggregazione e socializzazione sia fra genitori, sia fra ragazzi con DSA;
  • offre attività di cooperazione e sostegno alle famiglie nel relazionarsi con le problematiche inerenti i DSA;
  • promuove iniziative rispondenti alle esigenza dell’utenza (raccogliendo suggerimenti provenienti sia dalle famiglie che dagli specialisti)
  • organizza corsi di formazione per insegnanti.

L’associazione potrà dare la sua collaborazione ad altri enti per lo sviluppo di iniziative che si inquadrino nei suoi fini.

ASSOLO si avvale oltre che di personale volontario anche di personale qualificato (insegnanti sensibili e formati relativamente ai Disturbi Specifici dell’Apprendimento, psicologi e neuropsicologi, logopedisti, neuropsichiatri….).

SEDE e DATI FISCALI
Viale Caduti, 18 – 25040 Berzo Inferiore (BS)
c.f.:03484630987

CONTATTI
Tel. 347.3591197
Indirizzo di posta elettronica: salutementale@sociale.voli.bs.it 
Sito internet: www.assolodsavallecamonica.it

 

Ultimo aggiornamento: 08/10/2015

AGGIORNATA LA COMPOSIZIONE DELL’OCSM DI VALLECAMONICA

Con il decreto del Direttore Generale n. 430 del 05.06.2013 la A.S.L. di Vallecamonica ha aggiornato la composizione del locale OCSM – Organismo di coordinamento per la salute mentale e dell’OCSM della NPIA (neuropsichiatria infantile) nella seguente maniera:


COMPOSIZIONE DELL’OCSM – ORGANISMO DI COORDINAMENTO PER LA SALUTE MENTALE

– Direttore Sanitario Aziendale: Dr Fabio Besozzi Valentini, con funzioni di Presidente;
– Direttore Sociale Aziendale: Dr Vanni Ligasacchi;
– Direttore Dipartimento di Salute Mentale: Dr Vincenzo Zindato;
– Direttore Dipartimento Cure Primarie: Dr.ssa lvanna Lascioli;
– Rappresentante Struttura privata accreditata: Dr Sergio Vergallito;
– Rappresentante Associazioni di tutela dei malati, dei familiari: Dr Andrea Ronchi;
– Rappresentante Terzo settore: Sig.ra Daniela Spaetti;
– Rappresentante Conferenza dei Sindaci: Sig. Clemente Facchini;
– Rappresentante MMG: Dr.ssa Paola Massussi;
– Rappresentante Ufficio di Piano – Azienda Territoriale per i Servizi alla Persona: Dr Gianpiero Mascarino.


COMPOSIZIONE DELL’OCSM NPIA – ORGANISMO DI COORDINAMENTO PER LA SALUTE MENTALE della Neuropsichiatria infantile

– Direttore Sanitario Aziendale: Dr Fabio Besozzi Valentini, con funzioni di Presidente;
– Direttore Sociale Aziendale: Dr Vanni Ligasacchi;
– Direttore Dipartimento di Salute Mentale: Dr Vincenzo Zindato;
– Responsabile Servizio di NPIA: Dr Francesco Rinaldi;
– Rappresentante Erogatori privati: Dr.ssa Rossella Zanotti;
– Rappresentante Associazioni di tutela dei malati, dei familiari: Dr Ruggero Ferrè;
– Rappresentante Conferenza dei Sindaci: Sig. Clemente Facchini;
– Rappresentante PLS: Dr Ettore Tomagra;
– Rappresentante CTRH: Prof.ssa Paola Abondio;
– Rappresentante Ufficio di Piano – Azienda Territoriale per i Servizi alla Persona: Dr Gianpiero Mascarino.


Clicca qui per scaricare il file del decreto

DSA IL DISTURBO SPECIFICO DELL’APPRENDIMENTO NELLA REALTÀ DELLA VALLECAMONICA

Negli ultimi anni, vi è stato un aumento di richieste di consultazione per bambini con difficoltà d’apprendimento, d’attenzione e di comportamento presso i Servizi di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza (NPIA) nazionali.

Il Disturbo Specifico dell’Apprendimento (DSA) rientra tra i disordini di natura neuropsicologica e comprende la mancata acquisizione ed automatizzazione delle strumentalità della lettura (dislessia), scrittura (disortografia) e del calcolo (discalculia), con capacità cognitive adeguate e in assenza di patologie neurologiche e deficit sensoriali.

Questo fenomeno ha raggiunto una diffusione tale da sensibilizzare le autorità, che dopo la promulgazione di alcune leggi, sono giunte alla stesura di una Legge Nazionale, la 170 del 2010.

Le finalità ultime di tale Legge sono quelle di garantire il diritto all’istruzione e favorire il successo scolastico, utilizzando misure didattiche di supporto quali gli strumenti compensativi e dispensativi. Ciò, al fine di ridurre disagi relazionali ed emozionali (art.2). Tra i vari articoli, si trovano le direttive rispetto alla diagnosi (art.3), alla formazione nella scuola (art.4), alle misure educative e didattiche di supporto (art.5). Da sottolineare le misure di tutela per i familiari di primo grado degli studenti con DSA, che prevedono la possibilità di usufruire di orari di lavoro flessibili, per assistere i figli nelle attività scolastiche (art.6).

La realtà locale rispecchia parzialmente le statistiche italiane, che indicano la presenza di bambini con DSA nel 4% della popolazione scolastica.

Il Servizio di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza dell’ASL di Vallecamonica-Sebino, dal settembre 2009, ha al suo attivo il Progetto triennale, finanziato dalla Regione, di “Interventi di presa in carico e di prevenzione secondaria nei Disturbi Specifici dell’Apprendimento (DSA) e nel Disturbo da Deficit dell’Attenzione ed Iperattività (ADHD)”.

Gli obiettivi principali riguardano una campagna informativa nelle scuole, un percorso di supporto per i genitori e la nascita di una micro équipe all’interno del Servizio di NPIA, volta all’attivazione delle procedure clinico-diagnostiche per i disturbi considerati (DSA e ADHD).

A seguito dell’adesione dei vari Istituti Scolastici, si è proceduto con l’individuazione di un referente tra gli insegnanti, al fine di favorire una formazione tra pari. Gli incontri di “Teacher Training” tra le operatrici del Servizio e le scuole sono a cadenza mensile e gli argomenti trattati sono relativi alle esigenze raccolte tra i docenti.

Per quanto concerne il lavoro con i genitori (Parent Training), sono stati calendarizzati incontri serali mensili, volti alla condivisione delle problematiche incontrate dalle varie famiglie rispetto ai vissuti emotivi e agli aspetti più operativodidattici. Sono state organizzate serate a tema in cui sono intervenute professionalità specifiche (es. Assistente sociale del Servizio di NPIA) o dove i genitori stessi hanno organizzato il materiale e l’hanno condiviso con quelli “meno esperti”.

All’interno di tali serate, si è potuto inoltre creare un opuscolo in cui vengono riportati tutti gli aspetti relativi al DSA, da un punto di vista clinico e da un punto di vista familiare.

Lo scopo di questo libretto, che verrà distribuito nelle scuole e negli ambulatori medici, è quello di avvicinare la comunità a tale disturbo. Grazie al fondamentale contributo dei genitori, si è vista nascere e crescere una motivazione sempre maggiore nel far conoscere alle famiglie, agli insegnanti, ai medici il punto di vista ed i vissuti di genitori che spesso hanno dovuto fare i conti con la sofferenza dei loro figli. Il disagio era dovuto al fatto che, prima di diagnosticare il DSA, il bambino veniva etichettato come “lazzarone” o come “poco intelligente”, a cui conseguiva un calo nella propria autostima ed un abbassamento nel senso di autoefficacia.

Da un lato i genitori si sentivano giudicati nel loro ruolo educativo dall’ambiente scolastico, dall’altro gli insegnanti vedevano messi in discussione i loro metodi di insegnamento.

È quindi da sottolineare come sia fondamentale un riconoscimento precoce di tale disturbo, sia da parte della famiglia che della scuola, al fine di evitare dinamiche disfunzionali tra ragazzi, genitori e docenti.

In concomitanza con il gruppo genitori, dal mese di novembre 2010 sono stati attivati due gruppi: uno per i bambini della scuola primaria e uno per i ragazzi della scuola secondaria di I e di II grado. L’obiettivo è quello di condividere i propri vissuti e di confrontarsi anche a livello operativo con la preparazione di mappe concettuali e l’utilizzo di software specifici.

Noi operatori del Servizio di NPIA, grazie a questo progetto, crediamo sia possibile far nascere una rete tra le famiglie, le diverse scuole ed i ragazzi. Il nostro contributo è certamente una minima parte rispetto al bagaglio di vissuti ed esperienze che, di volta in volta, genitori, figli ed insegnanti decidono di condividere.

Considerata la partecipazione sempre viva delle persone coinvolte e la loro disponibilità nel mettersi in gioco, invitiamo anche chi avesse dei dubbi rispetto alla possibile presenza di un DSA, a rivolgersi al Servizio di NPIA. Questo può essere un punto di partenza verso percorsi di condivisione al fine di non sentirsi una realtà isolata e di permettere ai propri ragazzi di vivere il loro eventuale disturbo nel migliore dei modi.

Dr.sse Federica Serioli e Marzia Morandini – Psicologhe Npia
Dr.ssa Linda Giacomella – Logopedista Npia

Articolo tratto dal periodico SANITA’ CAMUNA dell’A.S.L. di Vallecamonica n. 01/2011
Pagine 23,24 – autore 
Dr.sse Federica Serioli, Marzia Morandini e Linda Giacomella

Questo il sito al quale poter consultare tutti i numeri del periodico: www.aslvallecamonicasebino.it

INTERVENTI DI PREVENZIONE E PRESA IN CARICO CLINICO-TERRITORIALE DI ADOLESCENTI CON PSICOPATOLOGIA GRAVE

La psicopatologia grave in età adolescenziale sta divenendo oggi un’urgenza sia sanitaria che sociale; urgenza aggravata dal fatto che negli ospedali della Lombardia i posti letto ad essa dedicati sono carenti: sono solo 3 i reparti di NPIA (Servizio di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza) che ricoverano adolescenti con psicopatologia e altrettanto carenti sono le Comunità Terapeutiche Residenziali. Allo stato attuale non sembrerebbe dunque che il territorio della Lombardia sia in grado di soddisfare l’esigenza di ricovero e presa in carico di questa tipologia di pazienti.

Per tali motivi il nostro Servizio di NPIA, a partire da un’attenta analisi del bisogno, ha proposto ed elaborato un progetto di durata triennale, finanziato da Regione Lombardia, finalizzato alla prevenzione e presa in carico non solo clinica, ma anche territoriale, dell’adolescente con psicopatologia grave. 

Poiché l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) suggerisce che interventi precoci nell’ambito della salute mentale possano ridurre l’esito negativo dei sintomi psicopatologici e migliorare il benessere psicologico e sociale percepito, il servizio di NPIA ha deciso di rivolgere questo progetto ad adolescenti con età compresa tra i 14 e 18 anni che presentano i primi segnali di una possibile psicopatologia; scelta motivata dal fatto che il mancato riconoscimento di una psicopatologia in età adolescenziale può portare ad un aggravamento nella sintomatologia e ad una prognosi più severa in età adulta.

Spesso, nella fase adolescenziale, si verificano dei momenti di difficoltà psicologica, relazionale, comportamentale e sociale che, se normalmente sono considerati come caratteristici di tale fase evolutiva, a volte possono invece rivelarsi segnali di un esordio psicopatologico.

Per questo motivo è importante accogliere le manifestazioni di disagio non sottovalutandole, discriminando le situazioni considerate “tipiche” dell’età adolescenziale e transitorie, da quelle più propriamente patologiche, in modo da giungere ad un invio e ad una presa in carico precoci.

Gli obiettivi proposti da tale progetto riguardano diversi aspetti quali:

• Sensibilizzazione degli adulti a contatto con gli adolescenti nel cogliere i primi

segnali di un disagio;

• Presa in carico globale dell’adolescente e della sua famiglia;

• Prevenire il rischio di abbandono scolastico/lavorativo e, nel caso in cui l’abbandono sia già avvenuto, favorire la ripresa della frequenza scolastica/lavorativa;

• Collaborazione con gli operatori del Progetto “Diogene” dell’UO di Psichiatria dell’ASL Vallecamonica-Sebino sulla diagnosi precoce delle psicosi, al fine di garantire una continuità e un’omogeneità di interventi col passaggio all’età adulta;

• Riduzione del bisogno di ricovero incrementando gli accessi al Servizio di NPIA di adolescenti con esordio psicopatologico.

Per raggiungere tali obiettivi il Servizio NPIA ha individuato un’équipe multidisciplinare composta da Neuropsichiatra Infantile, Psicologo, Assistente Sociale ed Educatore, che insieme al ragazzo adolescente e la sua famiglia struttura un progetto individuale. Tale progetto prevede una presa in carico immediata con interventi di tipo clinico (neuropsichiatrici, psicologici individuali con l’adolescente e i genitori), sociale (mirati alla costruzione di una rete sociale di protezione dell’adolescente e del sistema familiare) ed educativo (organizzazione di attività in ambienti protetti, quali scuole, oratori, cooperative e interventi di supporto nelle scuole con il coinvolgimento degli insegnanti e del gruppo dei pari).

L’adolescente e la sua famiglia e gli interventi ad essi diretti non possono prescindere da un’ottica di intervento globale che tenga in considerazione non solo l’ambito sanitario, ma anche e sopratutto il territorio come risorsa. In quest’ottica l’intero progetto nasce e si sviluppa attraverso un’attiva collaborazione tra attori sanitari e sociali quali il Centro Psico-Sociale (CPS), il Dipartimento Attività Socio-Sanitarie Integrate (ASSI), il Dipartimento Dipendenze (Ser.D), i Medici di Medicina Generale, i Pediatri di Libera Scelta, il Dipartimento Cure Primarie, i Consultori privati, l’Azienda territoriale per i servizi alla persona, la Comunità Montana, le Scuole secondarie di II grado, il Terzo settore e le Associazioni dei familiari.

Allo stato attuale si sono individuati 3 gruppi.

Il primo gruppo, definito “Cogliere e Accogliere l’adolescente/riconoscere il disagio”, ha come obiettivi l’invio precoce di adolescenti al servizio NPIA e la condivisione con gli istituti scolastici superiori di modalità e procedure di invio adeguate; l’attuazione di una campagna informativa di sensibilizzazione, rivolta al mondo degli adulti che viene a contatto con questa fascia di età.

Il secondo gruppo, definito “Continuità del percorso sanitario”, ha come obiettivo quello di garantire la continuità del percorso sanitario tramite l’individuazione di strumenti condivisi riguardanti protocolli di invio alla NPIA e di presa in carico congiunta. Tale gruppo prevede anche al proprio interno una formazione condivisa.

Il terzo gruppo, definito “Presa in carico rete territoriale”, ha come obiettivo quello di individuare strumenti e modalità per garantire un reinserimento sociale e scolastico.

In conclusione, poiché vi è una contingenza di più aspetti che interagiscono e concorrono alla predisposizione, insorgenza, sviluppo e mantenimento di una psicopatologia e poiché questi aspetti riguardano sia fattori personali interni, quali aspetti biologici e cognitivi, sia fattori ambientali esterni quali aspetti interrelazioni, familiari e sociali, il progetto pone attenzione sull’importanza di intervenire non solo dal punto di vista clinico ma anche dal punto di vista ambientale, sociale e relazionale. Tutto questo al fine di promuovere il benessere psicologico e sociale non solo dell’adolescente con psicopatologia ma anche dei suoi familiari e dei suoi contesti sociali di vita, cercando di evitare che si giunga all’abbandono scolastico, lavorativo e al ritiro sociale, accompagnati spesso da ripercussioni problematiche nelle dinamiche familiari.

L’équipe di presa in carico

della psicopatologia

Articolo tratto dal periodico SANITA’ CAMUNA dell’A.S.L. di Vallecamonica n. 04/2011
Pagine 21,22 – autore Équipe di presa in carico della psicopatologia

Questo il sito al quale poter consultare tutti i numeri del periodico: www.aslvallecamonicasebino.it

SERVIZIO DI NEUROPSICHIATRIA DELL’INFANZIA E DELL’ADOLESCENZA

COSA E’:
Il Servizio di NPIA si occupa dei disturbi neuropsichici dell’età evolutiva fino al
18° anno di età e svolge le seguenti attività:
• Presa in carico della disabilità con trattamenti specifici, collaborazione con la famiglia e la scuola per l’integrazione e lo sviluppo dei processi di adattamento
del bambino.
• Valutazioni diagnostiche e presa in carico dei disturbi dello sviluppo psicologico, affettivo-relazionale, cognitivo, neuropsicologico e neurologico del
bambino e dell’adolescente.
• Abilitazione neuromotoria,logopedica e psicomotoria.
• Epilessia con elettroencefalografia clinica.

ASSISTENTE SOCIALE
Ospedale di Esine: tutti i lunedì, martedì, giovedì, venerdì. Tel: 0364/369395
Cedegolo: tutti i mercoledì. Tel: 0364/772712
Darfo BT: lunedì, giovedì, venerdì. Tel: 0364/540211

FISIOTERAPISTE
Ospedale di Esine: tutti i lunedì e venerdì. Tel: 0364/369395
Cedegolo: dal lunedì al venerdì. Tel: 0364/772708

PSICOMOTRICISTE
Ospedale di Esine: dal lunedì al venerdì. Tel: 0364/3694717
Cedegolo: Poliambulatorio: lunedì. mercoledì e giovedì. Tel: 0364/772719

LOGOPEDISTE
Ospedale di Esine: dal lunedì al venerdì. Tel: 0364/369416
Cedegolo: Poliambulatorio: mercoledì e giovedì mattina. Tel: 0364/772718
Ospedale di Edolo: giovedì pomeriggio. Tel: 0364/772582
Darfo BT: Poliambulatorio: lunedì, martedì e venerdì. Tel: 0364/540221

PSICOLOGHE
Ospedale di Esine: dal lunedì al venerdì. Tel: 0364/369363 – 0364/369074
Cedegolo: Poliambulatorio: mercoledì e giovedì. Tel: 0364/772704

ELETTROENCEFALOGRAFIA
Ospedale di Esine: Tel: 0364/369413

MODALITA’ DI ACCESSO: l’accesso è diretto tramite prenotazione al CUP (n. verde 800 270.662, digitare n. 4) della prima visita NPIA. Non è indispensabile l’impegnativa del Pediatra o del Medico.

DOVE SI TROVA:
Sede centrale: Esine – Ospedale
Sede distrettuale: Cedegolo – Poliambulatorio

 

Ultimo aggiornamento: 26/04/2013

SERVIZIO NPIA – LA COMUNICAZIONE AUMENTATIVA ALTERNATIVA

Esiste una discreta quota di bambini con differenti tipi di disabilità che temporaneamente o in modo permanente presentano gravi problemi di comunicazione che si ripercuotono sulla globalità della persona. La possibilità di comunicare, e quindi di entrare in contatto con gli altri, è infatti fondamentale per lo sviluppo relazionale e cognitivo oltre che per acquisire un proprio ruolo sociale nel contesto di vita, in relazione con le aspettative ed i bisogni propri dell’età. I dati epidemiologici mostrano un’area di bisogno consistente. Circa il 2% della popolazione italiana tra 0 e 18 anni è disabile e almeno un quarto di essi presenta disturbi di comunicazione transitori o permanenti, per almeno un totale di almeno 50.000 bambini e ragazzi(1). La messa in campo tempestiva di interventi di Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA) può avere un ruolo importante nel prevenire sia un ulterioren impoverimento simbolico e cognitivo che la comparsa di patologie psichiatriche secondarie.

La CAA è «ogni forma di comunicazione che sostituisce o aumenta il linguaggio verbale» ed è «un’area della pratica clinica che cerca di compensare la disabilità temporanea o permanente di individui con bisogni comunicativi complessi attraverso l’uso di componenti comunicativi speciali o standard»(2).

Si tratta dunque di un intervento e non di una tecnica e come tale può utilizzare tante tecniche differenti. L’aggettivo “aumentativa” sta ad indicare la continua attenzione non a sostituire ma ad accrescere la comunicazionenaturale, utilizzando tutte le competenze dell’individuo e includendo le vocalizzazioni, i gesti e i segni. Il termine “alternativa” è stato invece progressivamente abbandonato perché le situazioni in cui l’intervento è in alternativa al linguaggio verbale sono pochissime (quasi esclusivamente malattie neurologiche progressive). Questi interventi sono assai diffusi in molti Paesi di lingua inglese (USA, Canada, GB) ma assai poco diffusi in Italia fino a pochi anni fa, a causa della mancanza di cultura della comunicazione nella disabilità, che purtroppo ha contribuito a sviluppare pregiudizi che interferiscono sulla buona riuscita degli interventi (ad esempio il pregiudizio che un intervento CAA ostacoli la strutturazione del linguaggio verbale). Inizialmente la CAA veniva proposta a bambini con gravi problemi di ordine motorio e sviluppo cognitivo nella norma. Negli anni l’intervento si è progressivamente esteso a disabilità differenti che possono coinvolgere l’intenzionalità comunicativa (disturbi dello spettro autistico), le componenti espressive e motorie del linguaggio (PCI, distrofia muscolare), la comprensione linguistica (disfasie) o più spesso avere componenti miste (sindrome di Down ed altre sindromi genetiche, ritardo mentale, ecc.). Benché non tutti necessitino di un intervento completo e a lungo termine, l’utenza potenziale rimane decisamente consistente. Adottare strategie CAA risulta necessario quando un bambino non riesce a sviluppare il linguaggio verbale o quando esso non sia sufficiente a permettergli la comunicazione con gli altri, sia perché povero di vocaboli, sia perché incomprensibile per chi non lo frequenta abitualmente. Sovente si instaurano dei meccanismi sostitutivi da parte di chi (genitori, educatori, insegnanti) abitualmente si relaziona con il bambino che presenta un deficit comunicativo, interpretando non sempre correttamente i loro pensieri, spesso anticipandoli nelle scelte e dando un’interpretazione non necessariamente giusta. L’adulto funge così da continuo “interprete” fra il bambino e il resto del mondo precludendogli la possibilità di essere una persona a sé , autonoma e capace di una identità propria staccata dall’atro. Specialmente nella socialità con i coetanei la comunicazione diventa uno strumento insostituibile. Se è assente il bambino non potrà entrare in relazione con gli altri bambini e quindi crescere all’interno dell’ambiente sociale. Un bambino che non parla viene molte volte giudicato come un bambino che non capisce, mentre ciò non è assolutamente vero. L’assenza di adeguate modalità di interazione e di comunicazione con gli altri in un bambino che deve crescere determina molte ricadute negative, su tutti i piani dello sviluppo: relazionale, linguistico, sociale, cognitivo. In assenza di uno strumento per comunicare è evidente che le relazioni con il mondo non si strutturano, il linguaggio interno, il funzionamento cognitivo e le interazioni sociali non evolvono.

Ogni persona, indipendentemente dal grado di disabilità, ha il diritto fondamentale di influenzare, mediante la comunicazione, le condizioni della sua vita.

La CAA non va identificata con strumenti e tecniche: essa è innanzitutto conoscenza approfondita dello sviluppo della comunicazione nel bambino, sia parlante che privo di parola. L’attenzione verso bambini che potrebbero non sviluppare mai (o parzialmente) il linguaggio non può essere rimandata, giacché qualunque individuo è in comunicazione col mondo sin dai primi istanti di vita. La CAA non è quindi una terapia, ma un approccio globale alla comunicazione che chiama in causa e coinvolge necessariamente tutti i contesti di vita del bambino: familiare, scolastico, sociale e terapeutico. La letteratura è ormai concorde sul fatto che non esistano prerequisiti minimi indispensabili (non c’è quindi un livello cognitivo minimo, o di età al di sotto della quale è sconsigliato iniziare); vi sono invece caratteristiche minime dei servizi riabilitativi e dell’ambiente che sono indispensabili(3-4). All’interno dei Servizi di NPIA è ancora raro trovare operatori preparati e formati in CAA, venendo così a mancare il supporto tecnico locale alle scuole e alle famiglie. Ancor più importante risulta essere il ruolo dell’ambiente: se non c’è collaborazione tra la scuola, la famiglia, i terapisti, ecc, se non c’è la possibilità che ognuno si faccia carico di “imparare” come permettere al bambino di comunicare, se non è possibile passare conoscenze e contenuti all’ambiente, non basterà la migliore e più raffinata valutazione tecnica, né il miglior servizio abilitativo per consentire una buona riuscita dell’intervento. L’intervento di CAA è composto da moltissimi strumenti, variabili a seconda della situazione ed utilizzabili unitariamente o separatamente a seconda delle esigenze del singolo e dei suoi bisogni nel contesto di vita: scelte, simboli, tabelle a tema,tabella principale, etichettatura dell’ambiente, organizzazione degli spazi, VOCA, libri su misura, lettura e scrittura in simboli… L’obiettivo è facilitare la comunicazione significativa e la partecipazione della persona nelle attivitàdella vita quotidiana e nella società, nel significato del termine dato dalla International Classification of Functions(5).

LA CAA IN VALLECAMONICA

Grazie al prezioso contributo della Comunità Montana di Valle Camonica, il Servizio di Neuropsichiatria dell’Infanzia e dell’Adolescenza di quest’ASL nel biennio 2005-2007 ha potuto sviluppare un ambizioso progetto dal titolo: La comunicazioneaumentativa alternativa: per il diritto alla comunicazione nella disabilità infantile”. Da tempo gli operatori del Servizio Npia rilevano il bisogno di trovare delle strategie che consentano di potenziare le competenze comunicative nella disabilità infantile per poter garantire loro il fondamentale diritto alla comunicazione e all’integrazione sociale. Questo progetto ha coinvolto gli operatori del Servizio Npia, le famiglie, diverse agenzie educative (18 scuole di diverso grado, CAG, CDD), il territorio, ed è così articolato.

• Fase osservativa: in primis si illustra l’intervento alla famiglia ed alla scuola in modo tale da verificare se vi sono i “requisiti ambientali” per l’attivazione del progetto stesso. Ne consegue l’osservazione del bambino nei vari ambienti (setting terapeutico, scuola, famiglia) per valutare quali sono le modalità comunicative del bambino e delle persone che con lui si rapportano; “infine” si stende il progetto comunicativo individualizzato del bambino, coinvolgendo genitori, insegnanti ed équipe del progetto in cui si delineano gli obiettivi comunicativi iniziali dell’intervento.

• Fase operativa: l’Educatore Professionale del servizio di Npia supporta ed è a stretto contatto con il contesto familiare e scolastico in questo percorso; il terapista che ha in carico il bambino condivide gli obiettivi comunicativi con la scuola e la famiglia e li persegue all’interno del setting terapeutico.

Nel settembre 2006 considerata la forte esigenza formativa espressa da genitori, insegnanti, educatori dei bambini per i quali è in corso o viene richiesto un intervento di CAA in Vallecamonica è stata organizzata una “Giornata studio sulla CAA”, in collaborazione con il Centro Sovrazonale di CAA di Verdello (Bg), con lo scopo di fornire una serie di informazioni necessarie per attivarsi negli interventi, e dare l’opportunità di confrontarsi e trovare soluzioni. Il cospicuo numero di partecipanti ha reso visibile quanto fosse sentita la necessità di attivare soluzioni comunicative. Ciò ha dato inizio ad una lenta ma costante sensibilizzazione del territorio e delle Istituzioni, tanto da far emergere nuove idee e nuovi spunti. Il CTRH Camuno insieme all’Istituto Comprensivo di Darfo BT – fraz. Gorzone – e l’Istituto Comprensivo di Capo di Ponte, hanno promosso un percorso di formazione svolto dall’équipe del Centro Sovrazonale CA di Verdello rivolto ad insegnanti, genitori ed operatori sul tema della Comunicazione Aumentativa, ponendo l’accento sul suo utilizzo nei casi di autismo. La prima giornata si è svolta a Darfo BT il 12.4.2008 ed ha avuto come tema giornata introduttiva sulla comunicazione aumentativa, a cui seguiranno altri due incontri il 9 ed il 10 ottobre a Capo di Ponte.

Servizio Npia Psicomotricista Educatore Prof.le

Dr.ssa Domenica Giudici

Bibliografia

1 Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca; Direzione generale per i Sistemi Informativi. Sedi, alunni, classi della scuola statale A.S. 20052006.

www. istruzione.it/mpi/pubblicazioni/2005/sedi_05.shtml

2 International Society for Augmentative and Alternative Comunication (ISAAC).

www.isaac-online.org

3 Beukelman DR, Mirenda P. .Augmentative and alternative communication: managementof severe ommunication disorder in children and adults (2 ed.).

Baltimore: Paul H Brookes,1998.

4 Schiosser RW. The efficacy of Augmentative and alternative communication: Toward evidence-based practice.

New York: Accademic Press, 2003.

5 World Health Organization International Classification of Functionig Disabily and Health. World Health Organization, Genova,2001.

Articolo tratto dal periodico SANITA’ CAMUNA dell’A.S.L. di Vallecamonica n. 03/2008. Pagine 17,18 – autore Dr.ssa Domenica Giudici

Questo il sito al quale poter consultare tutti i numeri del periodico: www.aslvallecamonicasebino.it