APPELLO/DIGIUNO “CHIUDERE GLI OSPEDALI PSICHIATRICI GIUDIZIARI, SENZA PROROGHE E SENZA TRUCCHI”

banner_digiunostopopg

Domenica 1 marzo 2015 è partita la staffetta del digiuno “per chiudere gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari OPG senza proroghe e senza trucchi”
“La data per la chiusura dei sei manicomi giudiziari si avvicina: il 31 marzo 2015 è la scadenza fissata dalla legge e vogliamo essere sicuri che sarà rispettata”, così si legge nell’Appello sottoscritto dai responsabili delle associazioni che compongono il Comitato stopOPG, che digiuneranno con una staffetta per tutto il mese di marzo. Sono poi in calendario manifestazioni a Cagliari, Firenze, Milano, Roma, Napoli, Venezia e in diverse altre città.

Aderisci al digiuno per chiudere gli OpgIl numero di uomini e donne internati negli Opg è sceso notevolmente in questi ultimi anni: erano 1400 nel 2011, ora sono meno di 800 – secondo le Relazioni del Governo – le persone ancora rinchiuse nei sei manicomi giudiziari (Barcellona Pozzo di Gotto, Aversa, Napoli, Montelupo Fiorentino, Reggio Emilia, Castiglione delle Stiviere). Grazie all’ultima legge, approvata a maggio 2104, che privilegia le misure non detentive alternative all’internamento in Opg, le persone cosiddette “non dimissibili” sono rimaste davvero una piccola minoranza. Ma i nuovi ingressi continuano e c’è il pericolo che al posto degli Opg crescano nuove strutture manicomiali, le cosiddette Rems (i “mini Opg”), in cui si continuerà ad internare le persone invece che curarle.

Per questo l’Appello rivendica obiettivi precisi:

  • far chiudere gli Opg senza proroghe e senza trucchi,
  • la nomina (da parte del Governo) di un Commissario per l’attuazione della legge 81/2014 sul superamento degli Opg,
  • fermare i nuovi ingressi e favorire le dimissioni, con buone pratiche per la salute mentale, una buona assistenza socio sanitaria nel territorio,
  • evitare le Rems, il cui numero deve essere invece drasticamente ridotto.

Tra le iniziative in programma:

  • dal 1 al 31 marzo: le giornate del DIGIUNO: dedica uno o più giorni di digiuno per la chiusura degli OPG;
  • 27 febbraio Cagliari: stopOPG con Unasam “Uomini del Sud:  percorsi di cura personalizzati e partecipati. Restituzione di diritti e opportunità per le persone internate negli Opg”;
  • 4 marzo Firenze: “OPG addio per sempre” convegno Garante regionale per i diritti dei detenuti – Regione Toscana, Associazione Volontariato Penitenziario Onlus, Fondazione Giovanni Michelucci, Società della Ragione, stopOPG;
  • (richiesto) incontro con i Presidenti di Camera Laura Boldrini e Senato Pietro Grasso;
  • 14 marzo Milano: stopOPG all’Assemblea delle Radio della Salute Mentale;
  • in programma: stopOPG incontra i Garanti dei detenuti (coordinamento nazionale);
  • 18 marzo Milano: convegno stopOPG Lombardia;
  • 24 marzo Roma: inaugurazione della Mostra “I volti della follia” disegni di Sambonet (Museo in Trastevere 24 marzo – 3 maggio).

Clicca quì per maggiori informazioni e adesioni sul sito www.stopOPG.it

Clicca quì per il comunicato stopOPG con le iniziative in programma (formato .pdf)

PRESENTAZIONE DELLA PROPOSTA DI “LEGGE 181” (PROPOSTA DI LEGGE 2233)

La proposta di ” Legge 181 “, nata come proposta di iniziativa popolare è stata depositata in Parlamento da un gruppo di parlamentari ed ha preso il numero di Proposta di Legge 2233.

Martedì 2 dicembre, dalle ore 10.00 alle ore 13.00, presso la Sala della Protomoteca del Campidoglio di Roma, l’On. Ezio Casati, primo firmatario della Proposta di Legge, ne farà una presentazione per illustrare le caratteristiche ed avviare un dibattito per sollecitare e raccogliere eventuali proposte.

In piena continuità con la “Legge 180/78” la Proposta si pone alcuni obiettivi fondamentali:

  • coinvolgere attivamente i pazienti e le loro famiglie nella costruzione dei percorsi di cura valorizzandone appieno l’esperienza;
  • promuovere in loro fiducia e speranza;
  • rendere i Servizi caldi e accoglienti;
  • introdurre gli UFE (Utenti Familiari Esperti) e il loro sapere esperienziale;
  • taglio dei posti letto in strutture residenziali chiuse, molto costose e poco terapeutiche;
  • intervenire nelle crisi in tempo reale;
  • stringere patti di cura condivisi e paritari;
  • investire in lavori veri e soluzioni abitative autonome.

STOPOPG SU PRIMA RELAZIONE AL PARLAMENTO SUL PROGRAMMA DI SUPERAMENTO DEGLI OPG

La prima Relazione al Parlamento sul Programma di superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari è tempestiva e chiara. Gran parte degli internati risulta dimissibile: non servono proroghe, né Rems ma più assistenza nel territorio e fermare i nuovi ingressi.
Il problema era e rimane la presa in carico e la cura nel territorio delle persone con problemi di salute mentale.

La relazione dimostra che gran parte degli internati risulta dimissibile, quindi non servono proroghe, né Rems: ora è possibile chiudere gli Opg e spostare gli interventi (e le risorse) per la cura delle persone nel territorio. Ma bisogna fermare i nuovi ingressi.
I dati sul “turn over” negli OPG – nel trimestre 1 giugno/1 settembre 2014 – segnalano:

  • che le previste dimissioni dei ricoverati che erano presenti in OPG al momento dell’entrata in vigore della legge (1 giugno2014) stanno avvenendo con lentezza.
  • che il trend di nuovi ingressi ancora non si inverte (67 dimissioni, 84 nuovi ingressi), nonostante la legge disponga priorità alle misure alternative. Questo deve preoccupare perché spesso dipende dalla mancanza di presa in carico delle persone e di collaborazione tra magistratura e servizi delle ASL.
  • che tuttavia la Legge 81 sta producendo primi effetti:

– presentati dalle Regioni/Dsm n. 826 Progetti Individuali (su 846 internati)

– giudicati “dimissibili” n. 425 persone, cioè oltre il 50% degli attuali internati: e già questo dato dimezzerebbe il fabbisogno di REMS (previsto oggi in 900 posti)

– analizzando le motivazioni che dichiarano i pazienti “non dimissibili” (si tratta di n. 350/400 persone) risulta che solo un’esigua minoranza sarebbe nelle condizioni di “dover restare” in OPG (o in seguito nelle REMS) secondo il dettato normativo.

Infatti solo il 17% dei “non dimissibili” (quindi l’8,5% degli attuali internati), secondo quanto riporta la Relazione, conserva la condizione di “pericolosità sociale” come ridefinita dalla Legge 81.
Inoltre, fra le persone dichiarate “non dimissibili” per ragioni diverse dalla pericolosità sociale, ben il 40% (circa 160 unità) lo è per “motivazioni cliniche”: una tale motivazione non sembra accettabile vista la ratio della nuova legge che sposta l’asse del’intervento dall’Opg al territorio…

Le Rems

I dati della Relazione sulle persone “dimissibili” segnalano che le Rems sono quantomeno residuali.
Realizzarle a tutti i costi (attualmente sono oltre 900 i posti progettati) sarebbe uno spreco e una scelta sbagliata.
Dalla Relazione risulta confermato, salvo eccezioni, impossibile costruire le Rems nei tempi previsti dalla Legge per chiudere gli OPG (31.3.2015). Questo solo in minima parte è un ritardo dovuto alle Regioni, sono le norme vigenti che impediscono tempi più celeri.

Ma non è un male: è semmai un’opportunità per rivedere i programmi regionali, destinando i finanziamenti in conto capitale e quelli correnti al potenziamento dei Servizi socio sanitari, DSM in primis (come prevede la stessa legge 81) e ai budget per i PTRI.
Anche per questo bisogna sbloccare il riparto dei finanziamenti di parte corrente e a dare indicazioni in questo senso in sede di Organismo di Monitoraggio e Coordinamento.
È augurabile pure che alcune regioni virtuose possano presentare progetti residenziali alternativi alle Rems
Si conferma che il tratto più interessante della legge 81 è aver spostato il baricentro dal binomio “malattia mentale/pericolosità sociale e cura/cusotodia” (Opg o Rems) ai progetti di cura e riabilitazione individuali e nel territorio. Cambiando la vecchia normativa (la legge 9/2012) si è aperta una nuova fase per applicare le nuove norme nello spirito della “legge 180”.

Perciò i programmi delle Regioni possono e devono spostare attenzione e investimenti dalle Rems (i cosiddetti mini Opg) ai percorsi di cura e riabilitazione individuali, per evitare l’internamento, potenziando i servizi socio-sanitari territoriali, che servono a tutti i cittadini. Ed è quello che sta accadendo in alcune Regioni.
La legge 81 va applicata in questa direzione, anche per scongiurare ulteriori proroghe della chiusura degli OPG e per orientare gli stessi eventuali commissariamenti per le regioni inadempienti.
Per quanto riguarda gli atti della Magistratura, secondo la Relazione illustrata, risulterebbe:

  • persistenza delle misure di sicurezza provvisorie (1/3 degli internati)
  • (per chi è già internato) una riduzione dei tempi per il riesame della pericolosità sociale e per la fissazione della nuova udienza. Nelle ordinanze viene prescritto un termine entro il quale i servizi devono definire un Progetto Terapeutico Riabilitativo Individuale (PTRI), avendo come finalità misure alternative alla detenzione
  • che la proroga della misura di sicurezza detentiva in OPG è decisa perché persiste la pericolosità sociale o riemerge uno “scompenso psico patologico”. Su questo punto è indispensabile un approfondimento: quale “scompenso” si affronta/risolve con il ricovero in OPG ? Questa motivazione contrasta con lo “spirito” della legge 81 (e della stessa legge 180 …).
  • non vi sono ancora dati sulle dimissioni per decorrenza dei termini della misura di sicurezza detentiva (quindi anche per evitare i cosiddetti “ergastoli bianchi). La cui durata massima secondo la nuova legge non può essere superiore a quella della pena per corrispondente reato”. Dalla Relazione risultano due “tendenze” per questi casi: dimissioni dall’Opg senza condizioni o con libertà vigilata. Entrambe hanno una ragionevolezza: la libertà vigilata “mantiene” in qualche modo una attenzione alla persona, può funzionare come momento di presa in carico ma la espone al rischio di violare prescrizioni e quindi di tornare in Opg, mentre la liberazione incondizionata evita questo rischio ma può accompagnarsi all’abbandono della persona. Su questo problema è necessario aprire un confronto.

Non è chiaro invece quanti detenuti (ex articolo 148 CP) siano stati inviati e siano ancora in Opg dopo l’approvazione della legge 81. In ogni caso risulta indispensabile diffondere le migliori pratiche e i protocolli di collaborazione tra Magistratura e Regioni (Asl/Dsm).

La Relazione al Parlamento, presentata nel rispetto dei tempi previsti, chiara e con dati trasparenti, ci conferma nell’idea che non servono proroghe, né Rems. La relazione dimostra che gran parte degli internati risulta dimissibile, ora è possibile chiudere gli Opg e spostare gli interventi (e le risorse) per la cura delle persone nel territorio.

Articolo di stopOPGStefano Cecconi, Giovanna Del Giudice, Patrizio Gonnella, Denise Amerini – 3 novembre 2014

______________________________________________

IL PROGRAMMA DI INTERVENTO DELLA REGIONE LOMBARDIA

– il programma prevede la realizzazione di n. 4 strutture residenziali per un costo complessivo di 34 milioni di euro. E’ prevista la realizzazione di n. 240 posti letto, di cui n. 120 nella struttura riqualificata dell’OPG di Castiglione delle Stiviere. Le altre 3 strutture hanno una dotazione di n. 40 posti letto e sono ubicate nelle provincie di Como, Brescia e Milano. I tempi di realizzazione sono stimati dai 20 ai 32 mesi. La Regione ha presentato, in data 11 luglio 2014, un nuovo programma rispetto a quello già approvato dal Ministero con D.M. 14 gennaio.

Clicca quì per leggere l’intera Relazione Parlamentare. (formato .pdf)

AVANZA IL DISEGNO DI LEGGE DELLA NUOVA LEGGE SULLA SALUTE MENTALE: ASSEGNATO IL n. 2233 – DISPONIBILE IL TESTO

Ha cambiato numero, da 180 e’ diventata 2233 (il numero assegnatogli dalla Camera dei Deputati), ed ha cambiato anche un po’ pelle e non ci sarà, almeno per il momento, la riduzione della quota variabile dello stipendio di risultato per i medici
inadempienti. Ma la sostanza c’è. Leggere per credere!

Il 18 giugno alle 13.00 a Roma, in parlamento, ci sarà con la Conferenza stampa di presentazione e poi, comunica Renzo De Stefani, primo e grande sostenitore della proposta di legge, si riprenderà la raccolta delle firme e lo svolgimento degli incontri per spiegare la 180/2233, raccogliere interessi e consensi, tanti, che saranno fondamentali per farla navigare nelle non facili acque parlamentari.

Clicca quì per leggere la proposta di legge

COMITATO STOPOPG NAZIONALE ALL’APPROVAZIONE ALLA CAMERA DELLA CONVERSIONE IN LEGGE DEL D.L. 52/2014 SULLA CHIUSURA DEGLI OPG AVVENUTA IL 28.5.2014

Approvata finalmente una buona legge per la chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari, e verso il loro superamento.

Dopo il voto del Senato anche alla Camera dei Deputati è stato dato il via libera alla conversione in legge, con modifiche, del D.L. 52/2014 sulla chiusura degli OPG.

Ribadiamo la nostra soddisfazione per una legge che, pur non sciogliendo i nodi  giuridici che sostengono l’Opg (in primo luogo la modifica del codice penale per abolire definitivamente il doppio binario e l’istituto della misura di sicurezza in Opg), ha certamente migliorato l’attuale normativa.

La nuova legge stabilisce che di norma devono essere adottate dai magistrati misure alternative all’internamento in Opg e che la pericolosità sociale non può essere dichiarata, o confermata, solo perché la persona è emarginata, priva di sostegni economici o non è stata presa in carico dai servizi sociosanitari. E ancora la nuova legge pone limiti precisi alle proroghe della misura di sicurezza (all’origine dei troppi “ergastoli bianchi”) e stabilendo che non può essere superiore alla durata della pena per quel reato. Infine, obbliga le regioni a presentare entro 45 giorni i progetti terapeutico riabilitativi individuali per le internate e gli internati, per consentire le loro dimissioni attraverso la presa in carico da parte dei servizi socio sanitari.

Ora quindi è responsabilità delle regioni andare oltre i progetti sulle REMS (i mini Opg regionali) per renderle quantomeno residuali, utilizzando i finanziamenti per potenziare i servizi delle Asl.

La legge va applicata bene, per scongiurare ulteriori proroghe, fuori da logiche manicomiali e difensive. Perciò si deve mettere al centro la persona: con una presa in carico globale da parte dei servizi pubblici, all’interno di una collaborazione e integrazione tra i Dipartimenti di Salute Mentale, I Servizi per le Dipendenze, i Servizi Sociali ecc, – che devono occuparsi di cura e non di custodia – e vanno attivate relazioni stabili con la Magistratura, per offrire Progetti Terapeutico Riabilitativi Individuali appropriati. Perciò il “fronte della mobilitazione” si sposta nelle regioni e nei territori e riguarda il diritto alla salute mentale di tutte e di tutti.

stopOPG intende collaborare e contribuire alla applicazione della legge, in particolare con l’organismo di monitoraggio e coordinamento per il superamento degli OPG che deve essere costituito presso il Ministero della Salute.

Così il faticoso processo del superamento degli OPG può rientrare nei binari della legge 180, che chiudendo i manicomi restituì dignità, diritti e speranze a tante persone. E ha reso migliore l’Italia.

p. il Comitato nazionale stopOPG

Stefano Cecconi, Giovanna Del Giudice

Queste le novità introdotte dalla nuova legge:

  • VERIFICA E COMMISSARIAMENTO:

Tra sei mesi c’è la verifica (Ministeri Salute e Giustizia e Comitato paritetico interistituzionale OPG) sull’attuazione da parte delle Regioni delle nuove norme. I programmi regionali devono dimostrare che entro il 31 marzo 2015 gli OPG saranno effettivamente chiusi. Altrimenti scatta subito il commissariamento per le regioni inadempienti.

  • REGIONI POSSONO RIVEDERE PROGRAMMI REMS: A FAVORE DEI SERVIZI DI SALUTE MENTALE:

Dati i tempi, giustamente, così stretti, è previsto che le Regioni possano rivedere i programmi sulle Rems, riducendo i posti e re-investendo i finanziamenti per potenziare i servizi di salute mentale (*1) . Le Rems, se le nuove norme sono applicate correttamente, diventano una soluzione quantomeno residuale, visto le nuove disposizioni che privilegiano le misure alternative all’internamento (vedi punto 4) e quelle relative alla pericolosità sociale (vedi punto 5). Perciò insistiamo affinché le Regioni rivedano i loro programmi.
*1)  Articolo 1 comma 1 bis: Entro il 15 giugno 2014, le regioni possono modificare i programmi presentati in precedenza al fine di provvedere alla riqualificazione dei dipartimenti di salute mentale, di contenere il numero complessivo di posti letto da realizzare nelle strutture sanitarie di cui al comma 2 e di destinare le risorse alla realizzazione o riqualificazione delle sole strutture pubbliche”;

  • OBBLIGO DEI PROGRAMMI DI DIMISSIONE:

Entro 45 giorni dall’approvazione della legge, le Regioni devono trasmettere a Governo e a Magistratura i programmi di dimissione degli attuali internati in OPG (al 1.4.2014), motivando le ragioni che dovessero impedirle (e comunque l’internamento è eccezionale e transitorio) (*2).
*2)  Articolo 1 comma 1 ter: Per i pazienti per i quali è stata accertata la persistente pericolosità sociale, il programma documenta in modo puntuale le ragioni che sostengono l’eccezionalità e la transitorietà del prosieguo del ricovero.

  • DI NORMA SI ADOTTANO MISURE ALTERNATIVE ALL’INTERNAMENTO:

Il giudice, anche di sorveglianza, adotta misure alternative al ricovero in OPG, salvo eccezioni (*3), anche per misure provvisorie e per dimissioni. Perciò sarà importante che Regioni (Asl e loro servizi) e Magistratura stabiliscano protocolli di collaborazione.
*3) Articolo 1 comma 1 “Il giudice dispone nei confronti dell’infermo di mente e del seminfermo di mente l’applicazione di una misura di sicurezza, anche in via provvisoria, diversa dal ricovero in un ospedale psichiatrico giudiziario o in una casa di cura e custodia,salvo quando sono acquisiti elementi dai quali risulta che ogni misura diversa non è idonea ad assicurare cure adeguate e a fare fronte alla sua pericolosità sociale”

  • NON SI ATTRIBUISCE LA PERICOLOSITA SOCIALE PERCHE’ LA PERSONA E’ EMARGINATA O LASCIATA SENZA CURE:

Le condizioni economico sociali dell’individuo e la mancanza del progetto terapeutico individuale non possono più motivare la pericolosità sociale e quindi l’internamento, e non giustificano più le proroghe. Oggi invece un malato proprio perché è senza cure e abbandonato dai servizi spesso può essere valutato socialmente pericoloso. Lo stesso spesso accade ad un malato povero, emarginato, senza casa che può diventare, per questa ragione, socialmente pericoloso e può così finire in OPG. Con le nuove norme non dovrà più succedere che l’internamento in OPG e le proroghe della misura di sicurezza si adottino per carenze di assistenza comunitaria o individuale sul territorio o per la condizione di svantaggio sociale della persona.

  • LIMITE ALLA DURATA DELLA MISURA DI SICUREZZA (STOP ERGASTOLI BIANCHI):

La durata massima della misura di sicurezza non può essere superiore a quella della pena per corrispondente reato (massimo edittale). Quindi c’è un limite alle proroghe e uno stop ai cosiddetti “ergastoli bianchi”.

  • TAVOLO MONITORAGGIO OPG:

Entro 30 giorni dall’approvazione della Legge, viene istituito un Tavolo per il superamento degli OPG, che relaziona al Parlamento.

IN PARLAMENTO IL DISEGNO DI LEGGE DELLA NUOVA LEGGE SULLA SALUTE MENTALE

Approda in parlamento il disegno di legge “Norme per valorizzare, in continuità con la legge 13 maggio 1978, n. 180, la partecipazione attiva di utenti, familiari, operatori e cittadini nei servizi di salute mentale e per promuovere equità di cure nel territorio nazionale”.

Se andate sui 2 link del sito della camera che trovate qui sotto la potete vedere scritta nero su bianco e prossimamente dovrebbe essere pubblicato anche il testo.

http://www.senato.it/leg/17/BGT/Schede/Ddliter/44212.htm

http://www.camera.it/leg17/126?leg=17&idDocumento=2233

Il primo firmatario è Ezio Casati, parlamentare PD, che attraverso gli uffici legislativi del suo partito ha lavorato per pulire le difficoltà di compatibilità con le competenze regionali. Finora ci sono altre 15 firme tra cui quella del Presidente della Commissione Affari sociali.
Primo impegno è la conferenza stampa di presentazione. Una prima ipotesi dice 11 giugno, naturalmente a Roma negli uffici della Camera.