OPEN DAY DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE

938410327.jpgOPEN DAY ALL’OSPEDALE DI ESINE PER I DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE

Il 10 ottobre 2013, in occasione della Giornata mondiale sulla salute mentale, si terrà la prima edizione dell’iniziativa Ospedali a Porte Aperte.
promossa dall’Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna (O.N.Da,) insieme alla Società Italiana di Psichiatria (SIP), dedicata alle donne che soffrono di disturbi mentali, neurologici o del comportamento.
 
L’INIZIATIVA
All’ Open Day (di cui si allega la Locandina promozionale) aderiranno gli ospedali italiani che fanno parte del Network Bollini Rosa, i quali offriranno servizi gratuiti clinicodiagnostici e informativi, volti in particolare alla popolazione femminile (visite, counselling, info point e distribuzione materiale informativo). Obiettivo è quello di sensibilizzare la popolazione nei confronti di un tema, come quello dei disturbi mentali femminili, che rappresenta uno dei più gravi problemi di salute pubblica.
Ad Esine la giornata sarà strutturata in due momenti diversi: al mattino alcuni studenti delle scuole secondarie di II^ grado visiteranno il Centro per i Disturbi dell’alimentazione, dove parteciperanno a degli incontri informativi con lo Staff del Centro; verrà inoltre distribuito un opuscolo promozionale (in allegato).
Nel pomeriggio sarà invece disponibile un servizio di colloqui gratuiti con gli psicologi.
Sarà possibile prenotare una consulenza telefonando al numero 0364 – 369.575 nei giorni 7-8-9 ottobre, dalle ore 12.00 alle ore 14.00.


IL CENTRO PER I DISTURBI DELL’ALIMENTAZIONE
Il Centro per i Disturbi dell’Alimentazione fa parte del Dipartimento di salute Mentale – Unità Operativa di Psichiatria, guidato dal Dr Vincenzo Zindato. I nuovi ambulatori si trovano all’interno dell’Ospedale di Esine, accanto ai poliambulatori al primo piano.
Il Centro offre un servizio ambulatoriale per il trattamento dei disturbi dell’alimentazione e svolge un servizio di diagnosi, cura e riabilitazione delle persone con questa tipologia di problema. Dopo una prima fase di valutazione, l’équipe multidisciplinare, composta da medico psichiatra, psicologo e nutrizionista, programma un trattamento personalizzato per affrontare il disturbo dell’alimentazione.
A breve sarà inoltre attivato un Ambulatorio Intensivo che permetterà ad alcune pazienti bulimiche di pranzare insieme in Ospedale, in modo che l’assunzione dei pasti venga monitorata e assistita dagli operatori.


O.N.Da E IL NETWORK BOLLINI ROSA
L’Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna (O.N.Da) ha ideato un programma di segnalazione degli Ospedali basato sul loro livello di “women friendship”, cioè sul grado di attenzione posta non solo nei confronti dei campi della medicina dedicati alle patologie femminili, ma anche verso le esigenze specifiche delle donne ricoverate.
Il Programma Bollini Rosa è volto a identificare delle realtà clinico e/o scientifiche fortemente all’avanguardia nel panorama sanitario italiano, al fine di facilitare la scelta del luogo di cura da parte delle donne e premiare le strutture che possiedono caratteristiche a misura di donna. Alle strutture ospedaliere che possiedono i requisiti identificati all’Osservatorio vengono assegnati dei Bollini Rosa che attestano il loro impegno nei
confronti delle malattie femminili.
All’Ospedale di Esine è stato assegnato 1 bollino rosa.
All’iniziativa aderirà anche l’Ospedale di Esine, dove sarà possibile visitare il nuovo Centro per i Disturbi dell’alimentazione, guidato dalla Dr.ssa Giacinta Pini.

Fonte dell’articolo: A.S.L. Vallecamonica-Sebino

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IL DISTURBO DEL COMPORTAMENTO ALIMENTARE – INCONTRO CON LA SCUOLA

locandina Male di mieleIn data 19 gennaio 2013 le classi prime, seconde e terze del Liceo Golgi di Breno hanno organizzato una mattinata per l’approfondimento della tematica riguardante il disturbo del comportamento alimentare. Inizialmente è stato proiettato il film “Male di miele” film del 2010 diretto da Marco Pozzi, che racconta la storia di Sara, una ragazza di quindici anni affetta da un disturbo del comportamento alimentare. Il film racconta la parte centrale della malattia, probabilmente perché l’esordio non è semplice né chiaro in questo tipo di patologia, come non è facile trarne una sola conclusione, data la complessità del disturbo. Al termine della proiezione, dopo alcune informazioni circa il disturbo del comportamento alimentare fornite dalla dr.ssa Elena Massari, psicologa-psicoterapeuta che lavora presso il Centro Cura Bulimia dell’ASL Vallecamonica Sebino, i ragazzi sono intervenuti dimostrando intelligenza, curiosità e profondità psicologica.

Di seguito si riportano le domande degli studenti e le risposte fornite dalla dr.ssa Massari:

D: Che differenza c’è tra anoressia e bulimia?                   
R: L’elemento che permette di differenziare i due disturbi del comportamento alimentare è il peso corporeo. Nel caso di anoressia nervosa la paziente deve essere sottopeso, avere quindi un indice di massa corporea (IMC=peso/ altezza²) inferiore a 17.5, mentre nel caso di bulimia nervosa la paziente è generalmente di peso normale (IMC= 20 – 25), alcune pazienti sono lievemente sottopeso, pochissime hanno una condizione di obesità. È possibile, se non probabile, che le altre caratteristiche accomunino i due tipi di disturbi del comportamento alimentare (ad esempio le abbuffate, il vomito auto-indotto ecc.). Le ultime ricerche tendono a non differenziare più in tre categorie i disturbi del comportamento alimentare (anoressia nervosa, bulimia nervosa e disturbo del comportamento alimentare non altrimenti specificato), perché nella pratica clinica si vede che i tre tipi di disturbi condividono la maggior parte delle caratteristiche cliniche.

D: Quanto l’attività fisica può incidere nello sviluppare il disturbo del comportamento alimentare?
R: Gli sport come la danza o la ginnastica artistica e gli sport agonistici sono categorie che possono essere fattori di rischio per lo sviluppo del disturbo del comportamento alimentare, ma che da sole non bastano. Devono essere presenti più fattori di rischio per fare in modo che la persona sviluppi un disturbo del comportamento alimentare.

D: Quali sono i danni fisici causati dal disturbo del comportamento alimentare?
R: Lo squilibrio elettrolitico è uno degli effetti fisiologici di chi utilizza il vomito autoindotto, che può causare irregolarità nel battito cardiaco. Il vomito ripetuto per un lungo periodo di tempo danneggia i denti, erodendone lo smalto. L’abuso di lassativi e di diuretici, come il vomito autoindotto, produce molti squilibri di liquidi ed elettroliti. Alcuni lassativi, quando presi con dosi elevate e per molto tempo, producono danni permanenti alle pareti dell’intestino. In genere, comunque, gli effetti negativi sono reversibili.

D: Perché il film non ha un finale?
R: Il film non ha un finale come non ha un inizio. Non si vede la fase chiamata “Luna di miele” che la persona vive all’inizio del disturbo del comportamento alimentare, quando riesce a restringere l’alimentazione, ad imporsi delle regole alimentari e a seguirle, quando sembra che il corpo risponda a delle leggi che impone il soggetto e quindi inizia a perdere peso. Sara è già oltre questa fase, è nel momento in cui, essendosi imposta regole talmente ferree, non riesce a seguirle e cede alle abbuffate. Sara è nel circolo vizioso legato alla restrizione, che porta all’abbuffata, che porta ai metodi di compenso (vomito ed esercizio fisico nel suo caso) per poi ritornare ancora alla restrizione. Sara si preoccupa di farsi il bagno nell’acqua piena di ghiaccio per produrre calore, così da perdere 200 Kcal, non rendendosi conto che con le abbuffate le recupera tutte con gli interessi. Sara non si accorge che vomitando non elimina tutte le calorie, ma solo una parte, circa la metà, e che quindi le converrebbe mangiare in modo equilibrato a parità di calorie. Non c’è un finale perché tanto è facile cadere nel disturbo del comportamento alimentare, quanto è difficile uscirne. La parte più difficile è la presa di coscienza del disturbo, è la volontà di cambiare. Ma non ci può essere un solo finale, perché dipende dalla persona, dipende da quanto vuole cambiare e da quanto è forte la paura di recuperare il peso.

D: Come si può aiutare una persona se si vede che ha questo problema?
R: Cercando di aiutarla a parlare. Se non ammette di avere un problema alimentare è importante starle vicino per farle capire qual è il suo malessere, che viene nascosto dal disturbo del comportamento alimentare. Aiutarla a prendere coscienza del problema è fondamentale per poi farle prendere contatto con uno specialista. Non si deve forzare a mangiare, ma capire che per lei è molto difficile, non lo fa apposta, non è un capriccio. Questo avviene quando ci si sente la responsabilità del problema. Ma l’unica responsabilità vostra è quella di esserle vicine e volerle bene, senza sobbarcarvi la responsabilità di risolvere il problema. Già riuscire a convincerla a parlare con uno specialista sarebbe un grande aiuto.

bulimiaD: Quanto dura il trattamento?
R: Il trattamento che attuiamo presso il nostro ambulatorio, la psicoterapia cognitivocomportamentale, si svolge in 20 sedute di 20 settimane per chi è normopeso o sovrappeso, mentre 40 sedute in 40 settimane se la persona è sottopeso.

D: Perché il peso di Sara oscilla?
R: Perché per quanto una persona faccia i calcoli delle calorie o utilizzi metodi di compenso, non avrà mai un potere sul proprio corpo. Il peso tende ad oscillare per una serie di motivi: il primo è che siamo fatti per il 60% di acqua e quindi già la quantità di liquidi nel corpo varia il nostro peso. Inoltre il corpo, quando è in condizione di sottopeso, cerca di risparmiare il più possibile, in modo che torni ad una condizione di normopeso. I metodi di compenso non servono per perdere peso. Le ricerche dimostrano che chi mette in atto il vomito autoindotto, elimina solo metà delle calorie ingerite. I lassativi agiscono a livello dell’intestino crasso, quindi nella parte in cui il cibo è già stato digerito e verrebbe comunque espulso. La sensazione di “pancia piatta” o la perdita del peso sulla bilancia, è dovuta all’eliminazione di acqua, che viene assunta nuovamente appena si beve o si mangia, causando spesso gonfiore perché il corpo, dopo aver perso liquidi, cerca di trattenerli. La stessa cosa avviene con l’utilizzo di diuretici: ciò che viene eliminato sono liquidi che vengono riassunti nel momento in cui si riprende a bere o mangiare.

D: Nel film si vede che nella famiglia di Sara non c’è dialogo. Questo può incidere sullo sviluppo del disturbo?
R: Il dialogo è uno dei fattori protettivi per l’esordio di qualsiasi disturbo psicologico. Parlare di sé, di come ci si sente e delle proprie emozioni è molto importante. Tuttavia non ci sono ricerche che dimostrino il contrario, ovvero che cattivi rapporti in famiglia possano causare il disturbo del comportamento alimentare. Perché possa nascere un disturbo del comportamento alimentare, come qualsiasi altro disturbo psicologico, deve esserci la compresenza di più fattori.

D: Perché il disturbo del comportamento alimentare è più frequente nelle femmine?
R: Le ricerche dimostrano che c’è un’incidenza di un maschio su dieci femmine per il disturbo del comportamento alimentare e che la maggior parte degli uomini con questa patologia ha un orientamento di tipo omosessuale. Non c’è una spiegazione chiara sul perché sia così, le ipotesi fatte riguardano la pressione sociale e mediatica che viene fatta sulla donna per avere un determinato peso e fisico.

D: Eppure questa pressione viene fatta anche sugli uomini: i muscoli, gli addominali, l’aspetto fisico.
R: Sì, ma questo causa un altro tipo di disturbo, che viene chiamato dismorfismo muscolare, che fa parte di un’altra categoria di disturbo psicologico.

D: L’esordio del disturbo può avvenire anche negli adulti?
R: Più frequentemente l’esordio avviene nell’età dell’adolescenza e tendenzialmente sta diminuendo sempre di più. Solitamente in età adulta il disturbo del comportamento alimentare si è cronicizzato oppure ha assunto un’altra sfaccettatura. Si deve tener conto che la metà delle pazienti con anoressia nervosa “slitta” nel disturbo di bulimia nervosa.

D: Cos’è la fame nervosa?
R: La fame nervosa è una risposta ad uno stato emotivo. Quando accade qualcosa che scuote emotivamente la persona, questa può sentire l’esigenza di mangiare, per calmare stati d’animo come l’ansia, la rabbia, tristezza o riempire un “vuoto”. Questo avviene perché la persona non sente di avere gli strumenti per gestire lo stato emotivo, avendo la percezione di perdere il controllo e l’assunzione di cibo induce effettivamente e istantaneamente uno stato di rilassamento, per quanto temporaneo.

D: Mi ha colpito il giorno “x”. Nel film
Sara parla di un giorno “x”, il giorno in cui la madre smette di darle il bacio della buonanotte, quello in cui inizia il disturbo alimentare, ma lei non se ne accorge e non sa quando sia successo. Quindi non c’è un momento, un qualcosa che faccia capire che sta iniziando il problema?
R: Esattamente. Non avviene in modo eclatante. Come si diceva prima, diversi fattori si devono assemblare, per fare in modo che possa esordire un disturbo del comportamento alimentare. Possono esserci poi dei fattori scatenanti, come la presa in giro dei compagni, il rifiuto di un ragazzo ecc. che aggiungendosi a fattori di rischio, può far pensare alla persona che perdendo qualche chilo risolverà tutti i suoi problemi, si piacerà, piacerà agli altri e sarà sicura di sé, non rendendosi conto che questo non può avvenire puntando su un’unica carta e che il peso iniziale che si vuole raggiungere diventerà sempre più basso e non si raggiungerà mai, creando una continua frustrazione per il mancato raggiungimento.

L’incontro con i ragazzi ha permesso di capire quanto siano sensibili e toccati da questa tipologia di disturbo e quanto siano già in possesso di nozioni relative ad esso. Nei giorni successivi è stata proposto alle classi di approfondire in modo più “intimo” questa tematica, così da dare una continuità all’incontro.

Per chi volesse fare delle considerazioni o chiedere l’approfondimento di alcuni aspetti nei prossimi articoli, può contattare il Servizio di Psicologia all’indirizzo e-mail: bulimia@aslvallecamonicasebino.it o chiamando il numero 0364 369.670.

 

Articolo tratto dal periodico SANITA’ CAMUNA dell’A.S.L. di Vallecamonica n. 01/2013. Pagine 11,12,13 – autore Dr.ssa Elena Massari – Psicologa e Psicoterapeuta, Centro Cura Bulimia dell’Ospedale di Esine

Questo il sito al quale poter consultare tutti i numeri del periodico: www.aslvallecamonicasebino.it

BULIMIA E ANORESSIA: DISTURBI EMERGENTI ANCHE IN VALLE CAMONICA

I disordini alimentari, di cui anoressia e bulimia nervosa sono le manifestazioni più note e frequenti, sono diventati una vera e propria emergenza per gli effetti devastanti che hanno sulla salute e sulla vita di adolescenti e giovani adulti. Se non trattati in tempi e con metodi adeguati, i disordini alimentari possono diventare una condizione permanente e nei casi gravi portare alla morte. Secondo l’American Psychiatric Association, sono la prima causa di morte per malattia mentale nei paesi occidentali. Anoressia e bulimia sono malattie complesse, determinate da condizioni di disagio psicologico ed emotivo, che quindi richiedono un trattamento sia del problema alimentare in sé che della sua natura psichica. La ricerca sui trattamenti è molto più avanzata nel caso della bulimia nervosa, dove sono stati svolti più numerosi studi e della quale è possibile la cura secondo pratiche collaudate.

Gli studi epidemiologici internazionali mettono in evidenza un aumento dell’incidenza di tali problemi nella fascia femminile tra i 12 e 25 anni e stimano nei paesi occidentali, compresa l’Italia, la prevalenza dell’Anoressia Nervosa intorno allo 0.8%, quella della Bulimia Nervosa intorno al 3%. Risulta inoltre che l’età di esordio cade fra i 10 ed i 30 anni, con una età media di insorgenza a 17 anni. La patologia appare in continuo aumento, soprattutto per quanto riguarda la Bulimia e il Disturbo da Abbuffata Compulsiva. La frequenza della Bulimia Nervosa sembra essere simile nella maggior parte dei paesi industrializzati, dove agenti socio-culturali tipici del mondo occidentale che propongono ideali estetici connessi alla magrezza estrema intervengono come fattori di rischio spesso associati ad una condizione di soprappeso in età evolutiva.

Di solito l’esordio è nella tarda adolescenza o nella prima età adulta, in genere in concomitanza o successivamente ad un periodo caratterizzato da restrizioni dietetiche. Una condotta alimentare disturbata persiste per parecchi anni in un’alta percentuale di persone. Il decorso può essere cronico od intermittente, con fasi di remissione alternate a fasi di ricomparsa delle abbuffate. Il quadro clinico delle persone affette da Bulimia Nervosa presenta pertanto una notevole complessità, da qui la necessità di mettere in atto interventi specifici di diagnosi e cura.

Per quanto riguarda l’ambito territoriale dell’ASL di Vallecamonica-Sebino, fino a poco tempo fa non esisteva uno specifico servizio dotato di un protocollo d’intervento scientificamente provato, mirato alla valutazione e al trattamento di tali disturbi. Conformemente alle indicazioni contenute nel documento “Sviluppo ed innovazione in psichiatria: linee d’indirizzo regionali per il triennio 2009-2011” nell’ambito delle disposizioni per l’ampliamento e lo sviluppo specifico delle attività territoriali nei Dipartimenti di Salute Mentale nella prospettiva dell’innovazione, la nostra ASL, rispondendo ad un bisogno rilevato a livello territoriale, ha dato il via all’apertura di un Centro di Diagnosi dei Disturbi alimentari e Cura della Bulimia, per persone dai 18 anni in su. Finora a questo ambulatorio si sono rivolte prevalentemente persone di sesso femminile, di età compresa fra i 24 ed i 44 anni, cui si aggiungono casi di età inferiore ai 24 anni e dai 44 ai 54 di sesso maschile.

Il Centro Cura Bulimia “Punto a capo” si trova presso l’Ospedale di Esine e fa parte del Dipartimento di Salute Mentale dell’ASL di Vallecamonica-Sebino. Per prenotare una visita basta chiamare il numero 0364 347501 dal lunedì al venerdì, dalle 8 alle 16.30. Sul tema, il 19 aprile si è tenuto il Convegno “Il trattamento cognitivo comportamentale della Bulimia”.

Articolo tratto dal periodico SANITA’ CAMUNA dell’A.S.L. di Vallecamonica n. 02/2011
Pagine 5 – autore Dr.ssa Giacinta Pini

Questo il sito al quale poter consultare tutti i numeri del periodico: www.aslvallecamonicasebino.it

AD ESINE: CONVEGNO SUL TEMA: LA TERAPIA DELLA BULIMIA NERVOSA

Il 19 Aprile 2011, preso la Sala Riunioni dell’Ospedale di Esine, si è tenuto il convegno “La Terapia Cognitivo Comportamentale della Bulimia Nervosa”. Il docente, Dr. Riccardo Dalle Grave, specialista in disturbi dell’alimentazione e del peso, nonché presidente dell’omonima associazione italiana (AIDAP), ha illustrato le principali caratteristiche dei disturbi della condotta alimentare, soffermandosi in modo particolare sulla Bulimia Nervosa. La finalità di tale incontro consisteva nella possibilità di formare gli operatori circa la natura e l’emergenza dei disturbi del comportamento alimentare, offrendone un’utile panoramica introduttiva, così come una concreta metodologia d’intervento. Come si evince dall’articolo precedente, la patologia appare in aumento, soprattutto per quanto riguarda il versante bulimico e quello delle abbuffate compulsive. Di solito l’esordio è da collocarsi nella tarda adolescenza o nella prima età adulta, in genere in concomitanza o successivamente ad un periodo di restrizioni dietetiche. Se non si interviene adeguatamente, la condotta alimentare disturbata persiste per diversi anni in un’alta percentuale di persone. Il decorso può essere cronico o intermittente, con fasi di remissione alternate a fasi di ricomparsa delle abbuffate. Essendo malattie così complesse, il loro trattamento richiede un intervento combinato che agisca sia sul piano alimentare e nutrizionale che su quello prettamente psichico. L’approccio d’elezione sembra, al giorno d’oggi, essere rappresentato dalla Terapia Cognitivo Comportamentale (CTB); questo è supportato da consistenti evidenze scientifiche che attestano la sua reale efficacia rispetto ad approcci terapeutici alternativi . Il Dr. Dalle Grave ha presentato le linee guida del National Institute for Health and Clinical Excellence (NICE) per il trattamento dei disturbi dell’alimentazione, sottolineando l’esistenza di solidi dati empirici in favore dell’impiego della CBT nel trattamento di persone adulte con disturbi del comportamento alimentare. Si offre al paziente un lavoro finalizzato alla soluzione delle problematiche attuali, mediante:
1) focus mirato su quelli che sono i processi che mantengono la psicopatologia;
2) partecipazione attiva del malato nel processo di cura;
3) percorso rieducativo sull’alimentazione e la nutrizione.
Tutto ciò, con lo scopo di eliminare le preoccupazioni inerenti il cibo, la forma del corpo e il peso, consentire ai pazienti di ristabilire delle corrette abitudini alimentari ed evitare le ricadute mediante il riconoscimento dei primi segnali di crisi. La prospettiva di guarigione è decisamente buona: dopo un anno e tre mesi dalla conclusione del trattamento il 64,4% delle persone con Bulimia Nervosa ha mantenuto i risultati ottenuti.

La giornata formativa, promossa dal Centro Cura Bulimia, Dipartimento Salute Mentale dell’ASL di Vallecamonica-Sebino, ha riscosso un notevole interesse da parte di tutti i partecipanti, dissipando dubbi e suggerendo soluzioni concrete alle varie problematiche che, talvolta, possono emergere durante il percorso terapeutico.

centro cura bulimiaCHE COS’È IL CENTRO CURA BULIMIA?
È un centro ambulatoriale per il trattamento della bulimia, che svolge un servizio di diagnosi, cura e riabilitazione delle persone dai 18 anni in su con questo tipo di disturbo del comportamento alimentare.

COSA SI FA NEL CENTRO?
Dopo una prima fase di valutazione del problema, l’équipe multidisciplinare, composta da medico psicologo e nutrizionista, programma un trattamento personalizzato della bulimia.

MODALITÀ DI ACCESSO
Per prenotare una visita chiamare il numero 0364 347 501 del Centro Psico Sociale di Malegno dal lunedì al venerdì dalle 8.00 alle 16.45, specificando la richiesta di una visita per il Centro bulimia.

DOVE SI TROVA?
Sede: Ospedale di Esine, Poliambulatorio al 1° piano.

OPERATORI DEL CENTRO:
Dr.ssa Giacinta Pini – Psicoterapeuta-Responsabile
Dr.ssa Chiara Moreschi – Psicoterapeuta
Dr.ssa Elena Massari – Psicoterapeuta
Dr.ssa Claudia Pastorelli – Nutrizionista

Operatori del Centro Cura Bulimia
Dr. Vincenzo Zindato – Direttore DSM
Giacinta Pini – Responsabile Centro Cura Bulimia

Articolo tratto dal periodico SANITA’ CAMUNA dell’A.S.L. di Vallecamonica n. 02/2011
Pagine 6 – autore Dr.ssa Giacinta Pini

Questo il sito al quale poter consultare tutti i numeri del periodico: www.aslvallecamonicasebino.it

“PUNTO A CAPO” centro di diagnosi e cura della BULIMIA NERVOSA

salute mentale,asl vallecamonica,asl valle camonica,bulimia,disturbo alimentare,bulimia nervosa,centro cura bulimiaNei mesi scorsi, l’UO di Psichiatria ha promosso presso la Direzione Generale Sanità di Regione Lombardia un progetto sperimentale orientato alla creazione di un Servizio di Diagnosi dei Disturbi Alimentari e di trattamento della Bulimia Nervosa nel territorio della nostra ASL. Tale progetto è stato finanziato da Regione Lombardia nell’ambito dei “programmi innovativi regionali per la Salute Mentale triennio 2009-2011”. Il Centro di Cura per la Bulimia Nervosa, denominato “Punto a capo”, ha preso avvio nel mese di giugno 2009; ha sede presso il poliambulatorio dell’Ospedale di Esine ed è attivo nei giorni di martedì, dalle 8 alle 12, e di venerdì, dalle 13,30 alle 17,00. Si tratta di un centro ambulatoriale per il trattamento della Bulimia Nervosa, rivolto alle persone dai 18 anni in su, che svolge un servizio di diagnosi, cura e riabilitazione (nutrizionale) dei soggetti affetti da tale disturbo. Per prenotare una visita, è sufficiente telefonare al Centro Psico-Sociale di Malegno al n.0364/347501 (dal lunedì al venerdì dalle ore 8 alle ore 16,45) specificando che si richiede una prima visita per il Centro Bulimia. Non è necessario avere l’impegnativa del Medico di base. La prima visita viene sempre effettuata da un Medico Psichiatra del Centro Psico-Sociale di Malegno. Successivamente, dopo una fase di valutazione del problema, l’équipe multidisciplinare composta da uno psicologo e un nutrizionista, provvede alla definizione di un trattamento individualizzato del disturbo alimentare bulimico, secondo il modello d’intervento ad orientamento cognitivo-comportamentale. La valutazione diagnostica ed il successivo trattamento sono soggetti al solo pagamento del ticket. Nei prossimi mesi, gli operatori dell’UO di Psichiatria provvederanno inoltre a promuovere un lavoro di rete con i Medici di Medicina Generale, gli Istituti Scolastici Superiori e le Agenzie del privato sociale del territorio camuno, al fine di favorire una maggior conoscenza dei principali segni e sintomi della Bulimia Nervosa nella popolazione locale, ridurre il numero di casi sommersi e facilitare la segnalazione di eventuali situazioni a rischio, così da poter intervenire il più rapidamente possibile su tali disturbi.

I disturbi dell’alimentazione: cosa sono e chi colpiscono

Per Disturbo del Comportamento Alimentare (DCA) si intende una situazione psicopatologica in cui il rapporto di una persona con il proprio corpo e con il cibo viene alterato in maniera tale da dominare in maniera anomala e ossessiva le azioni della giornata. Dal 1994, anno della pubblicazione del Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi Mentali dell’Associazione Psichiatrica Americana (DSM – IV), la classe medica distingue due principali disturbi dell’alimentazione: l’Anoressia Nervosa e la Bulimia Nervosa. Entrambi i disturbi sembrano riguardare in prevalenza la popolazione femminile, sebbene negli ultimi anni si stiano registrando casi di DCA riferiti a maschi. Esiste inoltre un’ampia gamma di disturbi alimentari definiti “atipici”, cioè disturbi che sono clinicamente significativi, ma che non soddisfano tutti i criteri diagnostici dell’Anoressia o della Bulimia Nervosa. Secondo i dati del Ministero della Salute per il 2008 insorgerebbero in Italia oltre 9.000 nuovi casi (di Bulimia Nervosa) all’anno, prevalentemente nella fasce d’età giovanili: 12-25 anni. è importante notare come i dati si riferiscano ad un DCA conclamato: la diagnosi – infatti – giunge spesso tardivamente, anche dopo 6/7 anni dall’esordio, solitamente sulla spinta di sintomi psico-fisici che impediscono il perpetuare del comportamento disturbato. Anche il Ministero per le Pari Opportunità ha promosso nel mese di giugno 2009 una campagna contro l’Anoressia e la Bulimia nervosa, sottolineando come tali disturbi, che colpiscono soprattutto le ragazze e le giovani donne, rappresentino la prima causa di morte fra le adolescenti. Nonostante i dati epidemiologici siano così rilevanti, nella nostra società i DCA sono spesso poco considerati o sottovalutati ed una persona affetta da tali disturbi può passare inosservata per molto tempo. Anche all’interno delle famiglie di chi manifesta queste problematiche può succedere che il disturbo venga ignorato o scoperto tardivamente. Questo può accadere per mancanza di informazione sui DCA, per il timore dello stigma sociale, o anche perché la Bulimia e l’Anoressia Nervosa sono spesso accomunate da una condizione di segretezza: le persone con tali disturbi tendono infatti a “proteggere” i loro sintomi ed a mantenere la riservatezza circa il loro comportamento alimentare. Tutto ciò fa si che la persona affetta da DCA non chieda aiuto, o lo faccia molto tempo dopo l’insorgenza della malattia. Inoltre, il quadro clinico delle persone affette da Bulimia Nervosa è spesso complicato dalla presenza di altri disturbi concomitanti, ad esempio disturbi d’ansia, dell’umore, uso di sostanze, disturbi di personalità.

Come capire se si è affetti da Bulimia Nervosa

Capire se si è affetti da Bulimia Nervosa non è semplice. Molte persone pensano di essere bulimiche, ma in realtà non lo sono; per poter porre una diagnosi di Bulimia Nervosa devono essere presenti tutte e cinque le seguenti caratteristiche:

I. Abbuffate ricorrenti. Un’abbuffata si definisce sulla base di due caratteristiche (entrambe devono essere presenti):

• il consumo di una grande quantità di cibo (gli alimenti vengono consumati in quantità decisamente superiori a quelle che la maggior parte delle persone riesce a consumare in singoli pasti);

• la sensazione della perdita di controllo sull’atto del mangiare (ad esempio sentire che non ci si può fermare una volta iniziato a mangiare o che non ci si può astenere dal consumo del cibo).

• in alcuni casi, soprattutto quando il disturbo dura da molto tempo, la perdita di controllo può non essere assoluta: le abbuffate possono essere programmate, oppure possono essere interrotte bruscamente (ad esempio se un familiare entra inaspettatamente nella stanza). In ogni caso, l’abbuffata deve verificarsi in un arco di tempo piuttosto limitato (ad esempio due ore); questo significa che lo snacking, ovvero il piluccare, mangiucchiare continuamente piccole quantità di cibo durante la giornata non può essere definito un’abbuffata.

II. Comportamenti rivolti a compensare le abbuffate. Nella Bulimia Nervosa le abbuffate sono sempre seguite da condotte di compensazione, ovvero comportamenti orientati ad impedire l’aumento di peso: vomito autoindotto, abuso di farmaci lassativi e diuretici, digiuno, esercizio fisico eccessivo.

III. Frequenza delle abbuffate e delle condotte compensatorie: per poter parlare di diagnosi di Bulimia Nervosa, le abbuffate ed i comportamenti compensatori devono verificarsi almeno 2 volte alla settimana per 3 mesi.

IV. Preoccupazione estrema per il peso e le forme del corpo: così come le persone affette da Anoressia Nervosa, anche le persone bulimiche si preoccupanomolto del proprio aspetto fisico e del proprio peso e la loro autostima varia in base a questi due fattori. Si sentono sempre in dovere di seguire una dieta dimagrante e sono molto angosciate all’idea di poter aumentare di peso, deprimendosi se questo accade.

V. Il disturbo non si manifesta esclusivamente nel corso di episodi di Anoressia Nervosa: nel caso in cui una persona presenti episodi di abbuffate e vomito autoindotto, ma abbia un peso molto basso (inferiore all’85% del peso standard per età e altezza) verrà diagnosticata soltanto l’Anoressia Nervosa con abbuffate/condotte di eliminazione; se invece il suo peso è al di sopra dell’85% di quello standard si avrà una diagnosi di Bulimia Nervosa. In generale la persona che soffre di Bulimia Nervosa ha un comportamento più impulsivo di chi soffre di Anoressia. Le crisi bulimiche di solito sono favorite o precipitate da stati di umore negativo, condizioni interpersonali di stress, intensa fame a seguito di una restrizione dietetica, oppure da sentimenti di insoddisfazione relativi al peso, al cibo o alla forma del corpo. Chi soffre di bulimia manifesta una forte scontentezza nei confronti del proprio sintomo (abbuffate) che vive come minaccioso rispetto al desiderio di essere magra. Una persona bulimica ha infatti lo stesso desiderio di magrezza di chi soffre di Anoressia, ma non tollera le ferree restrizioni alimentari dell’anoressica.

Le psicologhe del Centro di Cura Bulimia:

Dr.sse: Giacinta Pini – Elena Massari – Chiara Moreschi

Articolo tratto dal periodico SANITA’ CAMUNA dell’A.S.L. di Vallecamonica n. 03/2009. Pagine 10,11, – autore Dr.sse: Giacinta Pini – Elena Massari – Chiara Moreschi

Questo il sito al quale poter consultare tutti i numeri del periodico: www.aslvallecamonicasebino.it

ORTORESSIA NERVOSA: DI CIBO SANO SI PUÒ MORIRE

ESPLODE LA NEVROSI DEL MANGIARE SANO.

Un’organizzazione britannica lancia l’allarme

Tra i disturbi dell’alimentazione è in forte crescita la cosiddetta ortoressia nervosa, ovvero l’ossessione del cibo salutare. Colpisce soprattutto gli over 30, tende a essere più diffusa tra gli uomini e tra le persone di buon livello culturale ed è considerato un disturbo dell’alimentazione, anche se nasce da un buon intento, fino a diventare un serio problema psicologico. La British Dietetic Association lancia l’allarme su questa nuova patologia e si inizia a parlare di un problema ormai comune a tante persone, eppure spesso taciuto.

RITRATTO DELL’ORTORESSICO

È difficile fare un censimento della popolazione ortoressica, anche perché contrariamente agli anoressici o ai bulimici, le persone che soffrono di questo disturbo possono essere assolutamente normali fisicamente. Ma il fenomeno a un certo punto diventa preoccupante e all’attenzione esagerata alla qualità del cibo inizia gradatamente ad affiancarsi un disordine ossessivo-compulsivo della personalità. La prima descrizione dettagliata della patologia comparve in una rivista di yoga, nell’anno 1997. Fu Steven Bratman, medico e ortoressico, a definire questo disturbo dell’alimentazione dei giorni nostri. L’ortoressico instaura chiaramente un rapporto distorto con il cibo, iniziando mano a mano a scartare ogni cibo «cattivo». I vegani e i crudisti sono seri candidati a questa malattia che si annuncia diventando talmente ossessiva da portare il soggetto a un senso di superiorità nei confronti del mondo. 

DIAGNOSI DIFFICILE

Si inizia con l’escludere dalla propria alimentazione i cibi trattati con pesticidi o con qualsiasi additivo artificiale e, piano piano, i criteri di ammissibilità di un alimento diventano sempre più restrittivi. Alla fine l’ortoressico consuma il proprio pasto in solitudine (caratteristica comune anche all’anoressia e alla bulimia), si isola socialmente e arriva ad avere una dieta talmente povera da poter riportare gravi danni sul piano nutrizionale.

Qualcuno è già morto di questa ossessione, tanto più pericolosa quanto più è difficile da identificare e diagnosticare.

Come afferma Deanne Jade, fondatrice del National Centre for Eating Disorders, la linea di confine tra un atteggiamento sano e un atteggiamento patologico è sottile, inizialmente impercettibile. E ciò che rende il disturbo così insidioso è proprio la sua apparenza buona: tutto nasce come un amore verso sé stessi e verso gli alimenti sani. Ma in realtà nasconde una psicosi e una negazione del cibo come piacere.

 tratto dal “Corriere della Sera.it” del 17 agosto 2009


Articolo tratto dal periodico SANITA’ CAMUNA dell’A.S.L. di Vallecamonica n. 03/2009. Pagine 12, – autore tratto dal “Corriere della Sera.it” del 17-8-2009

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