BULIMIA NERVOSA: AD ESINE UN IMPORTANTE CONVEGNO

centro cura bulimiaIl 19 aprile 2011, alle ore 9,00, presso la sala riunioni dell’ospedale di Esine, avrà luogo il convegno “La terapia cognitivo-comportamentale della Bulimia Nervosa”.

Avremo l’onore di ospitare come docente il Dottor Riccardo Dalle Grave, medico e psicoterapeuta, specialista in Endocrinologia e in Scienze dell’alimentazione – presidente dell’AIDAP (Associazione Italiana Disturbi dell’Alimentazione e del Peso).

Questo Convegno si inserisce nell’attività del “Centro Cura Bulimia dell’ASL di Vallecamonica Sebino”. Si tratta di un Ambulatorio per la diagnosi dei disturbi del comportamento alimentare e per la cura della Bulimia Nervosa, con sede nell’Ospedale di Esine.

In questo ambulatorio i pazienti vengono curati utilizzando la nuova Terapia Cognitivo-Comportamentale di questa patologia, ritenuta più efficace rispetto ad altre terapie.

I Disturbi del Comportamento Alimentare costituiscono oggi una delle emergenze sanitarie più preoccupanti. Gli studi epidemiologici internazionali mettono in evidenza un aumento della loro incidenza nella fascia femminile tra i 12 e 25 anni e stimano nei Paesi occidentali, compresa l’Italia, la prevalenza dell’Anoressia Nervosa, intorno allo 0.2-0.8% e quella della Bulimia Nervosa, intorno al 3%. Risulta inoltre che l’incidenza annua su 100.000 individui, è di 9-12 per la BN e che l’età di esordio cade fra i 10 ed i 30 anni, con una età media di insorgenza a 17 anni.

La patologia appare in continuo aumento, soprattutto per quanto riguarda la Bulimia e il Disturbo da Abbuffata Compulsiva.

Il Convegno è rivolto al personale dell’ASL che, direttamente o indirettamente, si occupa di persone affette da bulimia (medici, psichiatri, psicologi, psicoterapeuti, infermieri ed educatori) per un totale di 60 partecipanti.

Articolo tratto dal periodico SANITA’ CAMUNA dell’A.S.L. di Vallecamonica n. 01/2011
Pagine 22

Questo il sito al quale poter consultare tutti i numeri del periodico: www.aslvallecamonicasebino.it

OLTRE LA DIETA… un’iniziativa dell’UO di PSICHIATRIA

In alcune malattie psichiatriche (disturbi psicotici, depressivi e bipolari) è possibile riscontrare un aumento di peso, inoltre, alcuni pazienti in trattamento con farmaci per patologie mentali, possono presentare un aumento dell’appetito che a sua volta può portare ad un aumento ponderale significativo. Tuttavia, un regime alimentare corretto abbinato ad un regolare

esercizio fisico è spesso sufficiente a gestire l’aumento di peso…1). Pertanto, dopo la prima esperienza del 2008, è stata proposta recentemente la seconda edizione del “Gruppo Benessere: consigli per una sana alimentazione” con la finalità di insegnare ai pazienti dell’Unità Operativa di Psichiatria della nostra ASL ad alimentarsi in modo corretto, secondo le esigenze del proprio organismo, modificando le abitudini alimentari e lo stile di vita.

L’attività, fortemente voluta dal Direttore dell’UO di Psichiatria Dr. Vincenzo Zindato, si articola in otto incontri finalizzati al raggiungimento di obiettivi graduali, secondo le indicazioni delle Linee Guida per una sana alimentazione italiana.

Gli incontri sono condotti dalla Coordinatrice del progetto Dr.ssa Nadia Lucca (Psichiatra), dalla Dr.ssa Giacinta Pini (Psicologa), dalle Infermiere del CPS Ida Moratti, Marisa Sandrini, dall’Infermiera della CRA D. Rosaria Baffelli edall’Educatrice Professionale A. Cristina Menici del Centro Diurno.

Fra le indicazioni del “Gruppo Benessere” ricordiamo:

• Assumere ogni giorno i giusti nutrienti nel giusto rapporto

• Assumere la quota necessaria di calorie

• Imparare a controllare il proprio appetito

• Favorire il raggiungimento di un peso adeguato

• Prevenire l’insorgenza di malattie

Come si sono svolti gli incontri?

• Si è optato per interventi in piccoli gruppi (massimo 12 persone).

• Sono state fornite informazioni specifiche sulle modalità di una corretta alimentazione anche tramite la consegna di

opuscoli redatti dagli operatori.

• I pazienti sono stati guidati all’analisi della motivazione al cambiamento utilizzando il metodo cognitivo-comportamentale.

• Gli operatori hanno dato supporto al gruppo, monitorando i risultati attesi e fornendo rinforzi positivi.

• Gli incontri si sono conclusi con la verifica del percorso intrapreso.

I partecipanti hanno riconosciuto la validità di questa esperienza ed hanno attivamente fornito suggerimenti e contributi.

Si è inoltre raggiunta una migliore consapevolezza dell’efficacia di un corretto stile di vita, di un adeguato regime alimentare e della necessità di incrementare l’attività motoria.

Si ritiene perciò opportuno riproporre altri “ Gruppi Benessere “ nel prossimo futuro.

1) Fonte: Stella S, Gosio N, Rizzoli C, Persichella C, De Santis F, Incremento ponderale in corso di terapia neurolettica.Supplemento alla rivista FARMACI,vol.26-n.3/2002 “Solution for wellness” Workbook. 

Gli operatori del “Gruppo benessere“

Unità Operativa di Psichiatria


Articolo tratto dal periodico SANITA’ CAMUNA dell’A.S.L. di Vallecamonica n. 03/2009 Pagine 9 – autore Operatori del “Gruppo benessere“

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“PUNTO A CAPO” centro di diagnosi e cura della BULIMIA NERVOSA

salute mentale,asl vallecamonica,asl valle camonica,bulimia,disturbo alimentare,bulimia nervosa,centro cura bulimiaNei mesi scorsi, l’UO di Psichiatria ha promosso presso la Direzione Generale Sanità di Regione Lombardia un progetto sperimentale orientato alla creazione di un Servizio di Diagnosi dei Disturbi Alimentari e di trattamento della Bulimia Nervosa nel territorio della nostra ASL. Tale progetto è stato finanziato da Regione Lombardia nell’ambito dei “programmi innovativi regionali per la Salute Mentale triennio 2009-2011”. Il Centro di Cura per la Bulimia Nervosa, denominato “Punto a capo”, ha preso avvio nel mese di giugno 2009; ha sede presso il poliambulatorio dell’Ospedale di Esine ed è attivo nei giorni di martedì, dalle 8 alle 12, e di venerdì, dalle 13,30 alle 17,00. Si tratta di un centro ambulatoriale per il trattamento della Bulimia Nervosa, rivolto alle persone dai 18 anni in su, che svolge un servizio di diagnosi, cura e riabilitazione (nutrizionale) dei soggetti affetti da tale disturbo. Per prenotare una visita, è sufficiente telefonare al Centro Psico-Sociale di Malegno al n.0364/347501 (dal lunedì al venerdì dalle ore 8 alle ore 16,45) specificando che si richiede una prima visita per il Centro Bulimia. Non è necessario avere l’impegnativa del Medico di base. La prima visita viene sempre effettuata da un Medico Psichiatra del Centro Psico-Sociale di Malegno. Successivamente, dopo una fase di valutazione del problema, l’équipe multidisciplinare composta da uno psicologo e un nutrizionista, provvede alla definizione di un trattamento individualizzato del disturbo alimentare bulimico, secondo il modello d’intervento ad orientamento cognitivo-comportamentale. La valutazione diagnostica ed il successivo trattamento sono soggetti al solo pagamento del ticket. Nei prossimi mesi, gli operatori dell’UO di Psichiatria provvederanno inoltre a promuovere un lavoro di rete con i Medici di Medicina Generale, gli Istituti Scolastici Superiori e le Agenzie del privato sociale del territorio camuno, al fine di favorire una maggior conoscenza dei principali segni e sintomi della Bulimia Nervosa nella popolazione locale, ridurre il numero di casi sommersi e facilitare la segnalazione di eventuali situazioni a rischio, così da poter intervenire il più rapidamente possibile su tali disturbi.

I disturbi dell’alimentazione: cosa sono e chi colpiscono

Per Disturbo del Comportamento Alimentare (DCA) si intende una situazione psicopatologica in cui il rapporto di una persona con il proprio corpo e con il cibo viene alterato in maniera tale da dominare in maniera anomala e ossessiva le azioni della giornata. Dal 1994, anno della pubblicazione del Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi Mentali dell’Associazione Psichiatrica Americana (DSM – IV), la classe medica distingue due principali disturbi dell’alimentazione: l’Anoressia Nervosa e la Bulimia Nervosa. Entrambi i disturbi sembrano riguardare in prevalenza la popolazione femminile, sebbene negli ultimi anni si stiano registrando casi di DCA riferiti a maschi. Esiste inoltre un’ampia gamma di disturbi alimentari definiti “atipici”, cioè disturbi che sono clinicamente significativi, ma che non soddisfano tutti i criteri diagnostici dell’Anoressia o della Bulimia Nervosa. Secondo i dati del Ministero della Salute per il 2008 insorgerebbero in Italia oltre 9.000 nuovi casi (di Bulimia Nervosa) all’anno, prevalentemente nella fasce d’età giovanili: 12-25 anni. è importante notare come i dati si riferiscano ad un DCA conclamato: la diagnosi – infatti – giunge spesso tardivamente, anche dopo 6/7 anni dall’esordio, solitamente sulla spinta di sintomi psico-fisici che impediscono il perpetuare del comportamento disturbato. Anche il Ministero per le Pari Opportunità ha promosso nel mese di giugno 2009 una campagna contro l’Anoressia e la Bulimia nervosa, sottolineando come tali disturbi, che colpiscono soprattutto le ragazze e le giovani donne, rappresentino la prima causa di morte fra le adolescenti. Nonostante i dati epidemiologici siano così rilevanti, nella nostra società i DCA sono spesso poco considerati o sottovalutati ed una persona affetta da tali disturbi può passare inosservata per molto tempo. Anche all’interno delle famiglie di chi manifesta queste problematiche può succedere che il disturbo venga ignorato o scoperto tardivamente. Questo può accadere per mancanza di informazione sui DCA, per il timore dello stigma sociale, o anche perché la Bulimia e l’Anoressia Nervosa sono spesso accomunate da una condizione di segretezza: le persone con tali disturbi tendono infatti a “proteggere” i loro sintomi ed a mantenere la riservatezza circa il loro comportamento alimentare. Tutto ciò fa si che la persona affetta da DCA non chieda aiuto, o lo faccia molto tempo dopo l’insorgenza della malattia. Inoltre, il quadro clinico delle persone affette da Bulimia Nervosa è spesso complicato dalla presenza di altri disturbi concomitanti, ad esempio disturbi d’ansia, dell’umore, uso di sostanze, disturbi di personalità.

Come capire se si è affetti da Bulimia Nervosa

Capire se si è affetti da Bulimia Nervosa non è semplice. Molte persone pensano di essere bulimiche, ma in realtà non lo sono; per poter porre una diagnosi di Bulimia Nervosa devono essere presenti tutte e cinque le seguenti caratteristiche:

I. Abbuffate ricorrenti. Un’abbuffata si definisce sulla base di due caratteristiche (entrambe devono essere presenti):

• il consumo di una grande quantità di cibo (gli alimenti vengono consumati in quantità decisamente superiori a quelle che la maggior parte delle persone riesce a consumare in singoli pasti);

• la sensazione della perdita di controllo sull’atto del mangiare (ad esempio sentire che non ci si può fermare una volta iniziato a mangiare o che non ci si può astenere dal consumo del cibo).

• in alcuni casi, soprattutto quando il disturbo dura da molto tempo, la perdita di controllo può non essere assoluta: le abbuffate possono essere programmate, oppure possono essere interrotte bruscamente (ad esempio se un familiare entra inaspettatamente nella stanza). In ogni caso, l’abbuffata deve verificarsi in un arco di tempo piuttosto limitato (ad esempio due ore); questo significa che lo snacking, ovvero il piluccare, mangiucchiare continuamente piccole quantità di cibo durante la giornata non può essere definito un’abbuffata.

II. Comportamenti rivolti a compensare le abbuffate. Nella Bulimia Nervosa le abbuffate sono sempre seguite da condotte di compensazione, ovvero comportamenti orientati ad impedire l’aumento di peso: vomito autoindotto, abuso di farmaci lassativi e diuretici, digiuno, esercizio fisico eccessivo.

III. Frequenza delle abbuffate e delle condotte compensatorie: per poter parlare di diagnosi di Bulimia Nervosa, le abbuffate ed i comportamenti compensatori devono verificarsi almeno 2 volte alla settimana per 3 mesi.

IV. Preoccupazione estrema per il peso e le forme del corpo: così come le persone affette da Anoressia Nervosa, anche le persone bulimiche si preoccupanomolto del proprio aspetto fisico e del proprio peso e la loro autostima varia in base a questi due fattori. Si sentono sempre in dovere di seguire una dieta dimagrante e sono molto angosciate all’idea di poter aumentare di peso, deprimendosi se questo accade.

V. Il disturbo non si manifesta esclusivamente nel corso di episodi di Anoressia Nervosa: nel caso in cui una persona presenti episodi di abbuffate e vomito autoindotto, ma abbia un peso molto basso (inferiore all’85% del peso standard per età e altezza) verrà diagnosticata soltanto l’Anoressia Nervosa con abbuffate/condotte di eliminazione; se invece il suo peso è al di sopra dell’85% di quello standard si avrà una diagnosi di Bulimia Nervosa. In generale la persona che soffre di Bulimia Nervosa ha un comportamento più impulsivo di chi soffre di Anoressia. Le crisi bulimiche di solito sono favorite o precipitate da stati di umore negativo, condizioni interpersonali di stress, intensa fame a seguito di una restrizione dietetica, oppure da sentimenti di insoddisfazione relativi al peso, al cibo o alla forma del corpo. Chi soffre di bulimia manifesta una forte scontentezza nei confronti del proprio sintomo (abbuffate) che vive come minaccioso rispetto al desiderio di essere magra. Una persona bulimica ha infatti lo stesso desiderio di magrezza di chi soffre di Anoressia, ma non tollera le ferree restrizioni alimentari dell’anoressica.

Le psicologhe del Centro di Cura Bulimia:

Dr.sse: Giacinta Pini – Elena Massari – Chiara Moreschi

Articolo tratto dal periodico SANITA’ CAMUNA dell’A.S.L. di Vallecamonica n. 03/2009. Pagine 10,11, – autore Dr.sse: Giacinta Pini – Elena Massari – Chiara Moreschi

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ORTORESSIA NERVOSA: DI CIBO SANO SI PUÒ MORIRE

ESPLODE LA NEVROSI DEL MANGIARE SANO.

Un’organizzazione britannica lancia l’allarme

Tra i disturbi dell’alimentazione è in forte crescita la cosiddetta ortoressia nervosa, ovvero l’ossessione del cibo salutare. Colpisce soprattutto gli over 30, tende a essere più diffusa tra gli uomini e tra le persone di buon livello culturale ed è considerato un disturbo dell’alimentazione, anche se nasce da un buon intento, fino a diventare un serio problema psicologico. La British Dietetic Association lancia l’allarme su questa nuova patologia e si inizia a parlare di un problema ormai comune a tante persone, eppure spesso taciuto.

RITRATTO DELL’ORTORESSICO

È difficile fare un censimento della popolazione ortoressica, anche perché contrariamente agli anoressici o ai bulimici, le persone che soffrono di questo disturbo possono essere assolutamente normali fisicamente. Ma il fenomeno a un certo punto diventa preoccupante e all’attenzione esagerata alla qualità del cibo inizia gradatamente ad affiancarsi un disordine ossessivo-compulsivo della personalità. La prima descrizione dettagliata della patologia comparve in una rivista di yoga, nell’anno 1997. Fu Steven Bratman, medico e ortoressico, a definire questo disturbo dell’alimentazione dei giorni nostri. L’ortoressico instaura chiaramente un rapporto distorto con il cibo, iniziando mano a mano a scartare ogni cibo «cattivo». I vegani e i crudisti sono seri candidati a questa malattia che si annuncia diventando talmente ossessiva da portare il soggetto a un senso di superiorità nei confronti del mondo. 

DIAGNOSI DIFFICILE

Si inizia con l’escludere dalla propria alimentazione i cibi trattati con pesticidi o con qualsiasi additivo artificiale e, piano piano, i criteri di ammissibilità di un alimento diventano sempre più restrittivi. Alla fine l’ortoressico consuma il proprio pasto in solitudine (caratteristica comune anche all’anoressia e alla bulimia), si isola socialmente e arriva ad avere una dieta talmente povera da poter riportare gravi danni sul piano nutrizionale.

Qualcuno è già morto di questa ossessione, tanto più pericolosa quanto più è difficile da identificare e diagnosticare.

Come afferma Deanne Jade, fondatrice del National Centre for Eating Disorders, la linea di confine tra un atteggiamento sano e un atteggiamento patologico è sottile, inizialmente impercettibile. E ciò che rende il disturbo così insidioso è proprio la sua apparenza buona: tutto nasce come un amore verso sé stessi e verso gli alimenti sani. Ma in realtà nasconde una psicosi e una negazione del cibo come piacere.

 tratto dal “Corriere della Sera.it” del 17 agosto 2009


Articolo tratto dal periodico SANITA’ CAMUNA dell’A.S.L. di Vallecamonica n. 03/2009. Pagine 12, – autore tratto dal “Corriere della Sera.it” del 17-8-2009

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